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Un milione di giochi

L’ambizioso progetto di una piccola fabbrica di giochi francese a sostegno dei piccoli profughi siriani

Bioviva! è una piccola fabbrica di giocattoli francese. Forte è il suo impegno verso la tutela ambientale: tutti i suoi prodotti sono ideati e fabbricati in Francia, certificati Fsc, e tutte le materie prime, carta, legno e vernici, sono scelte con attenzione, escludendo i materiali plastici e di origine petrolchimica. La produzione prevede una ventina di nuovi giochi ogni anno, tra puzzle, giochi di memoria, giochi pedagogici, che stimolano la creatività e l’interazione personale. Una missione controcorrente, in cui l’odore del legno e della carta sostituisce l’asetticità degli schermi.

Bioviva! è già dal nome un invito alla gioia di vivere, alla natura, ma il suo impegno è anche sociale e si proietta sul mondo; in particolare su una zona particolarmente tormentata del mondo, dove il gioco apparentemente è l’ultimo dei pensieri: la Siria. In realtà è proprio ripartendo dalla dimensione del gioco che si può ricostruire una vita normale; la squadra di Bioviva! l’ha capito e ci crede fortemente. La notizia, riportata dal quotidiano francese La Croix, racconta la nascita di questo progetto di aiuto solidale, lo scorso autunno. L’obiettivo è ambizioso: consegnare un milione di giochi ai giovanissimi rifugiati dei campi profughi. In questa grande sfida il gruppo di Bioviva! non è solo, ma il suo fondatore Jean-Thierry Winstel ha coinvolto altre aziende e fondazioni per realizzare questo atto umanitario, senza tralasciare l’opzione del crowdfunding attraverso la piattaforma Hello Asso, che ha permesso (ha raccontato Winstel) di raccogliere 28.000 euro e realizzare i primi 50.000 pezzi della serie Défis Nature, nella versione per i più piccini e in quella per i più grandi, con carte legate al mondo degli animali marini e dell’Africa, che per l’occasione sono state riadattate e tradotte in arabo. Un altro piccolo cambiamento introdotto in questa serie speciale di carte tascabili, le cui piccole dimensioni ben si adattano agli spazi ridotti della vita dei profughi, è la targhetta in bianco dove ogni bambino potrà scrivere il suo nome, per sentire il gioco davvero suo. Un piccolo gesto di sensibilità verso questi bambini, strappati via dalle loro case, o addirittura nati in un contesto di assoluta privazione.

Grazie alla collaborazione con l’ong turca «Anne Meclisi» e con «Sos Chrétiens d’Orient» sono state trasportate in Turchia, Giordania e Siria le prime 20.000 scatole, ed è allo studio l’idea di portare i giochi anche sulle navi di soccorso di Sos Méditerranée. Il problema, spiegano le associazioni, è che oltre a consegnare i giochi occorre spiegarne l’utilizzo e le regole, non conosciuti in questi paesi: ma questo fornisce anche l’occasione, per i volontari, di socializzare con i profughi, piccoli e grandi. Diverse le lingue e le culture, una sola la voglia di divertirsi e stare insieme…

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