La Comunione anglicana e il Commonwealth
11 aprile 2018
L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ospiterà nell'ambito del Commonwealth una tavola rotonda di alto livello dedicata al tema della libertà religiosa e di coscienza
Quasi terminati i preparativi per l’incontro biennale dei leader di 53 paesi del Commonwealth of Nations che si svolgerà la prossima settimana a Buckingham Palace, Windsor Castle e Lancaster House, e al quale parteciperanno anche i rappresentanti di diverse province anglicane del Commonwealth. Un evento parallelo, promosso dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ospiterà una tavola rotonda di alto livello dedicata al tema della libertà religiosa e di coscienza presso Lambeth Palace, la sua residenza ufficiale di Londra.
Il Commonwealth delle Nazioni riunisce 53 paesi indipendenti di uguale status che facevano parte dell’impero britannico ed è un’associazione intergovernativa. Si prevede che il summit attiri circa 5.000 partecipanti tra membri di governo, mondo delle imprese e della società civile. Tema di quest’anno: «Verso un futuro comune».
In occasione degli incontri, l’arcivescovo di Canterbury predicherà ogni sera presso l’abbazia di Westminster.
Lunedì prossimo l’avvio con tre forum che riguardano i giovani, le donne, gli affari e la società civile; tra i partecipanti anche donne e giovani della Comunione anglicana. Justin Welby ha nominato una rappresentante speciale per il Commonwealth, Flora Winfield, che assumerà un ruolo attivo in diversi eventi. «Il summit del Commonwealth è importante per educare, sostenere e ispirare il Regno Unito. Per farci comprendere che non siamo estranei ma parte di una famiglia, di una Comunità più ampia; al summit si scambiamo beni materiali, beni culturali e morali». Quest’occasione, ha proseguito Welby, «offre a tutti noi l’opportunità di celebrare il senso profondo di essere comunità. Siamo una società ricca, proprio perché diversificata».