A Lugano omaggio al pastore valdese Guido Rivoir
07 febbraio 2018
Negli anni ’70 fece entrare clandestinamente dall’Italia verso la Svizzera centinaia di cileni in fuga dal regime di Pinochet. Processato per favoreggiamento dell’immigrazione illegale, dal tribunale fu scagionato da ogni accusa, perché aveva agito per motivi umanitari. L’8 febbraio una conferenza a Lugano
Con un ciclo di conferenze dal titolo “Lugano Città Aperta”, la Fondazione Federica Spitzer e la Città di Lugano, prendendo spunto dall’ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia, vogliono valorizzare la tradizione umanitaria di Lugano e della Svizzera italiana. L’intento degli organizzatori è quello di «rendere omaggio a quattro ticinesi che con il loro impegno tangibile verso chi ha subito l’oppressione politica, la persecuzione razziale e religiosa e la negazione della libertà, hanno contrastato l’oppressione o salvato la vita di chi era perseguitato».
Il primo appuntamento avrà luogo il prossimo 8 febbraio e sarà dedicato alla figura del pastore valdese Guido Rivoir (1901-2005), di origine valdostana (Champdepraz) ma di patria elettiva ticinese, residente a Lugano dal 1951 fino alla morte. Negli anni ’70 fu tra i promotori e sostenitori dell’“Azione posti liberi”, grazie alla quale quasi 400 profughi cileni, da Milano vennero fatti varcare il confine con la Svizzera e accolti presso famiglie in Ticino. Il pastore, processato per favoreggiamento dell’immigrazione illegale, fu scagionato da ogni accusa dal tribunale, con la motivazione che la sua azione era di carattere umanitario.
Cofondatore del mensile Voce evangelica (1939), Rivoir contribuì all’integrazione del protestantesimo nella società ticinese, con trasmissioni evangeliche per la Radiotelevisione della Svizzera italiana e in ambito scolastico. Fu consigliere comunale a Lugano e deputato al Gran Consiglio ticinese (1979-’81) per il Partito socialista autonomo (PSA).
Introdurrà l’incontro Raffaella Castagnola, direttrice della Divisione della cultura e degli studi universitari del DECS. Relatori saranno Danilo Baratti, storico e curatore (con Patrizia Candolfi) della pubblicazione Guido Rivoir. Le memorie di un valdese (Collana “Fondazione Pellegrini-Canevascini”, 2012); Emilio Barbarani, dal 1974 al 1976 diplomatico presso l’Ambasciata italiana di Santiago del Cile, il quale dopo il golpe di Pinochet (1973) si adoperò per dare rifugio nell’ambasciata italiana ai perseguitati del regime cileno; Pietro Martinelli, ex consigliere di Stato ticinese ed esponente del PSA. Concluderà l’incontro Stefano Vassere, direttore delle Biblioteche Cantonali e del Servizio bibliotecario ticinese.
Per gli altri tre incontri che si protrarranno fino al mese di aprile vedi il sito di HYPERLINK "http://www.luganocittaaperta.ch/" Lugano Città Aperta. Il progetto culminerà con l’inaugurazione di un Giardino dei Giusti al Parco Ciani il 26 aprile 2018.