No a Gerusalemme capitale d’Israele
07 dicembre 2017
Forte preoccupazione del Consiglio ecumenico delle chiese e della Federazione luterana mondiale per la provocazione di Trump
L’idea del presidente USA Donald Trump di spostare l’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme non è piaciuta ai massimi vertici del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e della Federazione luterana mondiale (FLM). I rappresentanti dei due organismi di chiese mondiali hanno espresso viva preoccupazione per questa decisione, che metterebbe a rischio il precario equilibrio nella regione.
Il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del CEC, in un comunicato stampa diffuso oggi ha ricordato come lo stato giuridico di Gerusalemme sia una questione altamente delicata, che riguarda in prima istanza gli israeliani e i palestinesi. Una decisione unilaterale da parte di Trump “avrà gravi ripercussioni sulla sicurezza e la stabilità nel Medioriente, vanificando gli sforzi dell’amministrazione USA sin qui messi in campo a favore del processo di pace, e alimentando i risentimenti dei palestinesi sia musulmani che cristiani”.
Sulla stessa linea il presidente e il segretario generale della FLM, rispettivamente l’arcivescovo Panti Filibus Musa e il pastore Martin Junge. In una lettera aperta indirizzata al presidente Trump scrivono: «Il Medioriente e il mondo hanno bisogno di pace, non di altra violenza». Dicendosi contrari ad ogni azione unilaterale che reca pregiudizio allo status di Gerusalemme o costituisce un riconoscimento quale città all’interno del territorio di un solo Stato sovrano, invitano il presidente Trump a cercare soluzioni multilaterali, con la finalità di «sostenere gli israeliani e i palestinesi nel loro processo di pace».