Ricerca e consulta tutti gli articoli fino a luglio 2023

Questo archivio raccoglie articoli storici del nostro sito, conservando una preziosa testimonianza delle notizie e degli eventi passati.
Come utilizzare il modulo di ricerca
Il nostro modulo di ricerca è uno strumento potente che ti permette di esplorare l'archivio in modo facile e intuitivo. Puoi cercare gli articoli utilizzando diversi criteri:
  • Inserisci parole chiave o frasi specifiche per trovare articoli che trattano gli argomenti di tuo interesse.
  • Se stai cercando articoli scritti da un autore specifico, puoi inserire il suo nome per visualizzare tutte le sue pubblicazioni presenti nell'archivio.

Chiese che vogliono ancora confrontarsi

Assemblee in due domeniche di novembre, nelle valli valdesi e nel Pinerolese, per ragionare sulla vita comunitaria

Il 19 e il 26 novembre tutte le chiese del Primo Distretto, che comprende le valli valdesi e il Pinerolese, si sono incontrate per un’assemblea di chiesa «particolare»: animatori e animatrici incaricati della conduzione hanno aggiunto un tassello al mosaico che dall’ultima Conferenza distrettuale (Prarostino, giugno 2017) si sta componendo circa il futuro delle chiese, ancorate a un modello ottocentesco, che sta diventando di difficile lettura per le nuove generazioni e inizia a mostrare i primi segni di affaticamento anche verso un mondo «esterno» in rapido mutamento. «Abbiamo pensato, come Ced [Commissione esecutiva distrettuale] che ritrovarsi in ogni chiesa per discutere del futuro, sulla vita delle chiese stesse, avrebbe portato grandi frutti – ci spiega Lucia Dainese, membro della Ced e coordinatrice della commissione creata appositamente per questo grande lavoro di auto-conoscenza – per cui abbiamo formato un gruppo di lavoro, composto in gran parte da giovani e giovanissimi, che a coppie sono andati nelle comunità a guidare e animare le assemblee di chiesa».

E i risultati, discussi poi nel corso di una riunione lunedì 4 dicembre, sembrano positivi. «A Rorà è stata una bella esperienza, era un gruppo numeroso e non ce lo aspettavamo…: importante il fatto che ci fossero anche tre ragazzi del precatechismo-catechismo e la presenza delle famiglie», ci dice Cécile Sappé, che ha visto da vicino anche l’esperienza della «sua» chiesa, Angrogna. «Tra Angrogna e Rorà [come in altre assemblee in altre località, ndr] le tematiche emerse sono analoghe, riguardano il culto, la mancanza della fascia giovanile dopo la confermazione, il rapporto talvolta complesso tra le comunità e i pastori. Peraltro penso sia abbastanza normale che nascano problemi di questo tipo con i pastori, dato il loro ruolo di leader, di punto di riferimento». 

 

Accoglienza positiva anche nel Terzo Circuito. «A Perrero – ci racconta Aline Pons – ci siamo ritrovati con tre comunità. Quella di Perrero, quella di Villasecca e quella di Prali. Ovvio quindi che ci fosse una difficoltà maggiore a parlare perché non si era fra i “soliti” volti conosciuti ma devo dire che ci aspettavamo più resistenza da parte delle chiese che si sono trovate a lavorare in un modo diverso dal solito, guidati per giunta da giovani e giovanissimi. Invece, anche a Pomaretto dove ero “di casa” e ho frequentato come membro di chiesa e non come animatrice, devo dire che c’era la voglia di confrontarsi, di parlare e di essere guidati». 

Debora Michelin Salomon, invece, da Luserna San Giovanni si è spostata a Prarostino. «All’inizio l’accoglienza è stata “diffidente”. Non tanto verso le animatrici ma verso l’attività proposta. Non sapendo a che cosa si sarebbe andati incontro, e che tipo di lavoro si sarebbe svolto, era normale avere delle piccole “paure”. I dubbi si sono subito dissolti quando si è iniziato con il lavoro in gruppi. La discussione è stata poi molto costruttiva e appassionata. Anzi, direi che si è andati oltre a ciò che ci aspettavamo. A esempio sui giovani c’è stata un’interessante riflessione, condita da pareri diversi che ha portato a immaginare come scenario futuro una collaborazione con altre chiese, anche in altri ambiti (in particolare con la vicina San Secondo). Ed è importante che queste idee arrivino dalla chiesa e non siano calate dall’alto». 

Le tre domande poste alle comunità erano generiche ma chiare e costruite per stimolare le risposte. «Chiesa è», «Cosa è importante per essere chiesa» e «Dalla chiesa avrei bisogno di...». «È stato un lavoro impegnativo perché la prima domenica abbiamo coinvolto otto animatori e la seconda diciotto. L’attività era suddivisa in due momenti: il primo lavorando in gruppetti e il secondo invece con un momento di condivisione fra tutti e tutte. Da ogni assemblea è scaturito un verbale che sarà la base del lavoro dei prossimi mesi, per cercare di capire quali siano le necessità, quale sia la linea da intraprendere. Inoltre abbiamo chiesto a tutti i partecipanti di compilare un breve questionario per avere un quadro di chi ha effettivamente partecipato. La sensazione [peraltro condivisa anche dagli animatori intervistati, nda] è che a parte alcune eccezioni siano state persone già impegnate nella chiesa a partecipare. Il nostro obiettivo era anche quello di coinvolgere chi non è attivo nei vari gruppi delle chiese per dare spazio a tutti di esprimersi liberamente; avevamo anche proposto ai pastori e alle pastore di non partecipare a questi momenti, perché, come succede a esempio nelle Conferenze distrettuali, spesso la comunità si fa “guidare” dal pastore. Non è stata un’imposizione e alcune chiese avrebbero preferito avere anche il pastore, in quanto membro della chiesa». 

Ora la palla passa ai concistori (che discuteranno del tutto durante il loro incontro comune) e poi alla prossima Conferenza distrettuale. «C’è voglia di discutere – conclude Dainese – e questo è sicuramente un tassello importante, le due ore di queste assemblee non possono essere esaustive ma è il primo passo per allargare lo sguardo a tutta la chiesa, anche a chi non è (per i più svariati motivi) parte attiva».

 

Interesse geografico: