Colombia. Cresce la violenza contro i difensori dei diritti umani
28 settembre 2017
Appello della Piattaforma colombiana per i diritti umani, la democrazia e lo sviluppo, che riceve il sostegno della Federazione luterana mondiale
Un gruppo di attivisti della Piattaforma colombiana per i diritti umani, la democrazia e lo sviluppo, che riceve il sostegno della Federazione luterana mondiale (Lwf), ha espresso profonda preoccupazione per l’aumento della violenza contro i leader della società civile che difendono i diritti delle comunità afro-colombiane, delle popolazioni indigene e dei contadini.
La Piattaforma ha chiesto al governo di fermare gli attacchi e di garantire i diritti economici, sociali e culturali delle persone nell’era post-conflitto del paese sudamericano.
Rappresentanti della Piattaforma sono intervenuti ad un evento organizzato dalla Flm a latere della 62a sessione del Comitato sui diritti economici, sociali e culturali (CESCR) del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite presso gli uffici dell’ONU a Ginevra, dal 18 settembre al 10 ottobre.
Katrine Ringhus, responsabile del programma che la Flm ha attivato in Colombia in collaborazione con la Chiesa evangelica luterana in Colombia, ha dichiarato che l’uso della violenza da parte dei poliziotti durante le proteste sociali è cresciuto. «Le persone che protestano contro gli investimenti internazionali nel settore agroindustriale, petrolifero e minerario vengono criminalizzate, ad essere colpiti sono soprattutto gli attivisti che difendono l’ambiente», ha detto Ringhus il 21 settembre intervenendo sul tema «Il legame tra i diritti umani e la costruzione della pace in Colombia».
Ringhus ha descritto il sostegno della Flm al lavoro della Piattaforma come importante contributo alla realizzazione dei diritti economici, sociali e culturali nella Colombia postbellica, e all’attuazione degli accordi di pace dell’ottobre 2016 che hanno messo fine alla guerra iniziata nel 1964.
«In atto vi sono conflitti sociali e ambientali, e coloro che guidano le proteste e la resistenza sono sotto attacco», ha detto Ana Maria Rodriguez, rappresentante della Commissione colombiana dei giuristi e membro della Piattaforma, che ha presentato il rapporto ombra della società civile al Comitato delle Nazioni Unite.
Secondo il rapporto, che è frutto del lavoro di due anni basato sulle testimonianze di 120 gruppi della società civile, 39 leader e difensori della terra e dell’ambiente sono stati uccisi l’anno scorso in Colombia.
Rodriguez ha sostenuto che fermare la violenza e abbandonare le armi sono solo il primo passo. «Se si vuole costruire una pace duratura, è importante far sì che in Columbia ci siano dei cambiamenti strutturali, tra cui quello di garantire uno standard minimo di diritti economici, sociali e culturali», ha detto. «Abbiamo 15 milioni di persone che vivono in povertà, e siamo ancora il secondo paese più iniquo in America Latina, dopo Haiti».
Liliana Vargas, segretario esecutivo della Piattaforma, rivolgendosi al Comitato delle Nazioni Unite ha sottolineato che l’impegno sui diritti umani «ci permette di costruire la pace che vogliamo e che sogniamo».