Fuoco e fiamme per Lutero
04 luglio 2017
La chiesa di Saint François, a Losanna, ospita fino al 1 ottobre un’installazione dell’artista svizzera Sandrine Pelletier
Fonte: Marie Destrad/Réformés-Protestinfo
Come resti di un evento passato, ancora fumante e dall’odore di fuoco, novantacinque scale carbonizzate arredano la chiesa di Saint François, nel cuore di Losanna, sostituendo le panche in legno, portate fuori dall’edificio per permettere all’arte di esprimersi. In occasione del giubileo della Riforma, su invito dell’associazione per l’ospitalità artistica di Saint François (che si occupa di curare il patrimonio artistico e architettonico della chiesa, ma anche di fare diventare quest’ultima spazio d’incontro e dialogo fra la teologia e la spiritualità protestanti e la cultura contemporanea in tutte le sue forme, ndr), l’installazione 9.5 sulla scala di Lutero, dell’artista Sandrine Pelletier, riecheggia gli inizi del movimento, pur essendo allo stesso tempo di bruciante attualità.
Riflessioni sull’oggi
Le scale nere, di cui le più alte raggiungono i sedici metri, si intrecciano all’interno della chiesa per sottolineare alcuni punti particolari, nella navata e nel coro, con un effetto estetico voluto dall’artista. «Queste scale non sono più utilizzabili, rappresentano allo stesso tempo la fragilità e l’assunzione di rischi», spiega Pelletier, che ha avuto carta bianca per questo progetto. L’artista ci vede lo specchio del nostro tempo: un mondo nel quale la decadenza delle cose, gli incidenti e la casualità sono molto presenti.
Al primo sguardo, i visitatori credono di trovarsi in un cantiere, come denota l’aspetto caotico. Qualcuno sarà disturbato, forse anche shoccato. Ma per Sandrine la sua opera non è una provocazione: interpella le persone, le spinge alla presa di coscienza, «e questo è il ruolo dell’artista», afferma.
«La chiesa era per me l’ultimo luogo in cui le regole erano rispettate, un ultimo rifugio nel cuore della vita e, come qui, nel cuore della città. E poi ho visto le chiese copte distrutte in Egitto. Ho un atelier al Cairo e sono stata profondamente toccata da quegli eventi», spiega ancora.
La sua installazione esprime quindi il lato oscuro della società che percepisce intorno a sé e la smuove. Trasformare ciò che la circonda è il cuore dell’opera di Sandrine Pelletier: un lavoro che acquisisce tanto più senso in un «bozzolo protetto» come la Svizzera.
Risonanze teologiche
Riflesso del suo sguardo realista sulla nostra società, venata di emozioni, l’installazione è un eco della Riforma e si inserisce nel quadro di quest’anno di celebrazioni. Novantacinque, come le tesi affisse da Lutero sul portone del castello di Wittenberg, che denunciavano soprattutto il traffico d’indulgenze della Chiesa cattolica nel XVI secolo.
La Riforma è l’espressione di una rivolta contro l’autorità, un movimento di rottura, di protesta e di rivendicazione atemporale e universale, nel quale l’artista non ha alcuna difficoltà a ritrovarsi.
Il visitatore è dunque portato ben lungi dalla visione romantica della Riforma. Avviato da Lutero, questo movimento ha affermato le sue convinzioni attraverso uomini e donne che hanno rischiato le loro vite.
L’artista ha seguito il catechismo e fatto la confermazione, prima di allontanarsi dalla chiesa, e non nega una certa dose di pudore e sobrietà tutta protestante che la caratterizzano. Per realizzare questa installazione, ha dovuto immergersi in questo movimento rivoluzionario per percepirne la storia e le sfide. Una scoperta che l’ha appassionata tanto quanto stupita per la sua apparente vicinanza al nostro presente: «La Riforma ha qualcosa di terrificante. Ha avuto origine anche nella collera, nella violenza, nel fuoco. Persone e Bibbie sono state bruciate davanti alle chiese», ricorda.
E nonostante tutto, le scale si elevano verso il cielo, come un messaggio di speranza che fa eco a ciò che l’artista riscontra sempre più: la nascita di uno spirito collettivo, di una solidarietà fra le persone attraverso iniziative locali.
Il fuoco è il motore
L’installazione comprende anche due vetrate, a nord della navata, in vetro soffiato, trasparenti e a losanghe, che testimoniano un’architettura tipicamente francescana. Giocando su una doppia superficie, l’artista crea un effetto ottico tridimensionale. La tradizionale vetrata figurativa sembra colare giù lungo le finestre. Incandescenti come lava fusa, i colori si mescolano e l’immagine scompare. Una risposta alla volontà protestante contro la rappresentazione e all’idolatria delle immagini.
«Le grandi riforme sono nate per caso», spiega l’artista. «Casualità», Pelletier conosce bene questo tema, dal momento che ne ha fatto il suo linguaggio artistico. Lo collega al fuoco, una materia «primitiva e in divenire, piena di energia» che a lei piace lavorare come mostrano il legno carbonizzato, il vetro fuso e rotto. «I miei lavori più belli sono venuti fuori quando non avevo tutto sotto controllo. Faccio qualcosa di questi imprevisti, tentando di padroneggiare il caso e il fuoco». Un processo che riecheggia la Riforma, che poco a poco è stata addomesticata.
9.5 sulla scala di Lutero: visitabile fino al 1° ottobre da martedì a sabato dalle 11 alle 17, il giovedì anche dalle 19 alle 21. Domenica dalle 14 alle 18. Chiusura dal 29 agosto al 1° settembre. Visite guidate con l’artista: 7 luglio, 8 agosto, 13 settembre alle 19.