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Il Consiglio ecumenico delle chiese condanna l’attacco a Kabul

Dinanzi all’ennesimo atto di violenza insensata, il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Cec, ha invocato unità e amore

Alla notizia dell’autobomba esplosa a Kabul, in Afghanistan, che ha ucciso almeno 80 persone e ne ha ferito circa 400, il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), rev. Olav Fykse Tveit, ha espresso condoglianze a coloro che hanno perso congiunti e persone care a causa della violenza insensata.

«Condanno questo attacco come un atto crudele contro persone innocenti. Vi siamo vicini nel trauma, nella preghiera, e nel dolore», ha detto Tveit, «e invochiamo la pace in un momento in cui tanti sono colpiti da questo genere di violenza».

Secondo i resoconti dei media, un’autobomba è esplosa a Kabul durante l'ora di punta di mercoledì mattina quando le strade erano piene di pendolari, nel quartiere Wazir Akbar Khan, area della città con ambasciate, banche, supermercati e edifici governativi.

L’esplosione è avvenuta nel mese sacro del Ramadan.

«Questo attacco avviene in un tempo sacro per molti, durante un mese in cui la gente osserva il digiuno, le preghiere e le buone azioni», ha aggiunto Tveit. «Il bisogno di unità, la necessità della pace crescono più urgenti ogni giorno. Dobbiamo camminare insieme verso la giustizia e la pace».

Tveit, ponendo la domanda provocatoria «Cosa succede se contro ogni atto di violenza corrispondono maggiori azioni di unità e amore?», ha chiesto ai cristiani di pregare, di perseverare nella fede e di compiere azioni che portino alla pace.

Immagine: via istockphoto.com

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