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Media protestanti europei: guardare insieme nella stessa direzione

Riflessioni e progetti dal terzo incontro dei mezzi di comunicazione della Conferenza delle Chiese protestanti dei paesi latini d’Europa (Cepple) in Portogallo

Scambiare, condividere, guardare insieme, creare insieme: queste parole chiave hanno ispirato e scandito i lavori del terzo incontro dei mezzi di informazione (siti web, giornali, programmi tv, radio) della Cepple (Conferenza delle Chiese protestanti dei paesi latini d’Europa), il 4 e 5 maggio scorsi vicino a Lisbona (l’avevamo anticipato qui).

Quasi tutti i sedici partecipanti, provenienti da Belgio, Francia, Svizzera, Italia, Spagna e Portogallo, erano già presenti lo scorso anno a Torre Pellice nell’analogo incontro del 14-15 aprile, e hanno aggiornato i colleghi sulle novità e i progetti degli ultimi mesi.

Due sono stati accolti con particolare interesse, la nuova rivista belga Relief/Reliëf (in francese e olandese) e il progetto svizzero Réformés, ed è significativo che si tratti di due prodotti cartacei, in un’epoca dominata dal virtuale.

Del primo hanno parlato i due creatori, Marian Knetemann e François Choquet (Chiesa protestante unita del Belgio-Epub), spiegando la scelta di uno slow journalism (la rivista è un semestrale) apparentemente controcorrente, per aggiungere, come dice il sottotitolo, «profondità alla nostra vita». La veste grafica originale e gradevole è stata assai apprezzata dai presenti, che hanno avuto modo di riflettere sulla scelta di un aspetto non immediatamente riconducibile all’ambito ecclesiastico e di rivolgere il prodotto cartaceo a un pubblico esterno alle chiese, ad esempio con interviste a personaggi noti al pubblico belga (attori, cantanti), non appartenenti al’Epub.

Dal canto suo Joël Burri, redattore responsabile dell’agenzia stampa svizzera Protestinfo, ha aggiornato i presenti sugli sviluppi del progetto che ha portato alla nascita del nuovo mensile Réformés nel novembre 2016, nato con l’intento di unificare la comunicazione protestante dei cantoni francofoni pur mantenendo le particolarità regionali (conta 14 edizioni).

Un prodotto che ha portato alla soppressione dei giornali delle chiese locali, con qualche malcontento, ma che a differenza di Relief non ha portato alla completa rottura rispetto a quanto esisteva prima, ha riconosciuto Burri, e che è ancora alla ricerca della propria identità.

Il confronto (voluto) fra due esempi così diversi ha dato utili spunti ai colleghi, che vivono situazioni molto diverse sia come media sia come chiese: da un lato realtà molto strutturate (come Francia e Svizzera) e dall’altro piccole minoranze in cerca di una voce più forte (come Spagna e Portogallo).

In questo senso hanno portato la loro esperienza i fratelli iberici, che hanno tratto particolare insegnamento da questo e dal precedente incontro, sviluppando i loro mezzi di comunicazione (sito web, pagina Facebook, programma tv) grazie all’esempio dei colleghi. Per loro la condivisione (di risorse, idee, informazioni) è stata una necessità, hanno detto. Proprio la necessità di lavorare insieme, lasciando da parte la propria identità per crearne insieme una nuova, è stato un tema ricorrente nelle varie relazioni, così come l’interrogativo sui destinatari della comunicazione (l’eterno dilemma fra pubblico interno e pubblico esterno).

A livello operativo, l’incontro ha fornito alcuni strumenti per proseguire nell’ottica del «creare insieme»: in particolare, il gruppo Facebook dedicato ai media della Cepple, che sono stati invitati a condividere iniziative, notizie, spunti utili anche agli altri partner.

Sono stati poi creati alcuni gruppi di lavoro per indagare su alcuni aspetti, dalla comunicazione teologica rivolta ai giovani, al rapporto fra mezzi di comunicazione e istituzioni, allo sguardo incrociato sui diversi media per individuare buone pratiche e aspetti da migliorare. Il lavoro dunque continua in attesa di rivedersi: prossima destinazione, Madrid.

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