Come gestire il fattore religioso sul luogo di lavoro
19 aprile 2017
Un corso online per imparare a conciliare pratiche religiose e organizzazione aziendale
Imparare ad affrontare e a gestire le questioni legate alle pratiche religiose sul luogo di lavoro: un tema che interessa in modo sempre più pervasivo la nostra società, che (volenti o nolenti) diventerà sempre più interreligiosa e interculturale.
Come comportarsi dunque quando determinati aspetti di una religione interferiscono con lo svolgimento del lavoro o entrano in contrasto con le regole di un’azienda? Gli esempi non mancano, pensiamo ad esempio all’interdizione del velo islamico negli uffici pubblici in Francia. La questione riguarda innanzitutto i musulmani, ma anche ad esempio (specialmente in Gran Bretagna) i sikh e gli indù.
Diventa sempre più importante saper rispondere a questa domanda, conoscere l’impatto sul funzionamento del luogo di lavoro (che si tratti di un’azienda o di un ente pubblico, ma anche di un’associazione), avere degli strumenti per orientare il comportamento delle persone, della squadra e del manager.
Per rispondere alla necessità di trovare delle buone pratiche per risolvere i possibili conflitti, l’Università della Polinesia francese propone un Mooc (Massive Open Online Course), un corso online gratuito aperto a tutti, rivolto in particolare a manager, responsabili sindacali, studenti, insegnanti, ricercatori, ma anche a semplici lavoratori e a chiunque sia interessato alla questione.
Il corso (il primo ad affrontare questo tema), svolto in lingua francese, inizia il prossimo lunedì 24 aprile, durerà cinque settimane e offrirà delle chiavi di lettura e interpretazione, strumenti teorici e metodologici, attraverso video e altri strumenti didattici.
Ideatore e docente, Lionel Honoré, classe 1971, professore francese di scienze gestionali all’Università di Tahiti e in precedenza a Rennes, direttore dell’Osservatorio sul fatto religioso nelle imprese, specializzato in management e gestione delle devianze sul luogo di lavoro.
«L’idea è di mostrare che non si tratta di una questione drammatica», ha spiegato Honoré all’agenzia di informazione svizzera ProtestInfo, che ha riportato la notizia. «Anzi è un fatto positivo che le persone esprimano il loro credo e la loro fede, e che siano coinvolti in qualcosa che le trascenda un po’».
Secondo il professore, quindi, di solito la pratica religiosa non è un problema ma una risorsa: i problemi nascono quando il buon funzionamento dell’azienda è minacciato, ad esempio quando un lavoratore si oppone all’adozione dell’uniforme aziendale per motivi religiosi, o rifiuta di lavorare insieme alle donne (o di avere un capo donna!) o con persone di altre religioni.
Che fare quindi? Per il prof. Honoré la parola chiave è dialogo, capacità di realizzare la convivenza all’interno dell’azienda. Per fare questo, ci vuole chiarezza da parte di quest’ultima, nei confronti dei propri dipendenti, su ciò che si può discutere e ciò che invece non è negoziabile. Per Honoré è una questione di management, di capacità di far lavorare le persone insieme, in un’ottica di pragmatismo e discussione.
Una lezione importante e utile, non solo nell’ambito della convivenza interreligiosa!
Per avere informazioni e iscriversi:
https://www.fun-mooc.fr/courses/course-v1:UPF+67001+session01/about