Kek: «Quale futuro per l’Europa?»
22 marzo 2017
In vista dell’Assemblea Generale della Conferenza delle chiese europee (Kek), si è tenuto il primo incontro preparativo a Reykjavik, in Islanda
I membri della Conferenza delle chiese europee (Kek) si sono incontrati il 16 e 17 marzo a Reykjavik, in Islanda, per la prima (di una serie) sessione di lavori in vista della Quindicesima Assemblea Generale della Kek che si terrà a Novi Sad, in Serbia, nel giugno 2018.
«Quelli dibattuti sono stati contributi importanti alla discussione sul futuro dell’Europa», si legge nel comunicato diramato dalla Kek.
Il tema «Europa» scelto dalla Kek era stato indirizzato ai membri attraverso una lettera aperta e indicando tra i focus le prospettive teologiche e socio-politiche delle chiese nell’Europa di oggi.
Anders Wejryd, membro della Chiesa di Svezia, ha ricordato nell’occasione quanto «un contributo teologico qualificato sia importante per poter elaborare un discorso coerente sull’Europa attuale: la teologia è necessaria per poter parlare di Europa e dev’essere legata alla vita; dev’essere dunque pertinente all’attualità e intrisa di identità cristiana – ha osservato –. La dimensione che lega pertinenza e identità può essere difficile da affrontare, ma Gesù ci è venuto in aiuto, la Sua identità è stata rilevante per la nostra vita e così per quella di tante altre persone».
Wejryd ha poi sottolineato l’importanza degli ultimi e degli emarginati, persone che non possono essere nascoste dalla società europea: «attraverso la fede abbiamo ottenuto la saggezza di capire che i deboli sono una risorsa e devono essere protetti; così anche al criminale vien data una seconda possibilità. La nostra è una ricchezza che dev’esser condivisa: il rifugiato va accolto e il nostro mondo tutelato, salvaguardato».
Margrete Auken, del gruppo del partito dei Verdi - Alleanza libera – giunta direttamente da Strasburgo – si è invece soffermata sul tema del lavoro in Europa e su come le chiese hanno, certamente più di altri enti morali, la possibilità e la capacità di «interfacciarsi» con le istituzioni europee nel contrasto a possibili minacce che, su vari fronti, possono minare le democrazie europee.
Il gruppo di lavoro, in plenaria, ha poi analizzato i diversi contesti nazionali e in particolare ha affrontato il tema dei rapporti tra le chiese, di minoranza e di maggioranza, e gli Stati.
Infine, è stata sottolineata l’importanza di dover imparare gli uni dagli altri e dalle diversità presenti nelle società europee, l’unico modo per promuovere il rispetto e l’armonia condivisa e di poter ritornare a quello Spirito condiviso della Charta Oecumenica – firmata nel 2001 dalla Kek e e dal Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee) – che seppe offrire le linee guida per la cooperazione tra le Chiese d’Europa.
Questo per sottolineare positivamente il lavoro della Conferenza delle chiese europee, oggi una vera piattaforma di dialogo e di ponti. Il gruppo si è infine interrogato su come poter offrire una narrazione condivisa all’Europa e su come poter rafforzare la voce cristiana e promuovere l’idea di speranza.
Tra i partecipanti erano presenti anche rappresentanti della Chiesa evangelica luterana d’Islanda. La prossima consultazione regionale si terrà a Edimburgo il 6 e il 7 aprile.