Protestanti e cattolici, quello che ci separa (ancora)
10 marzo 2017
Un libro di François Clavairoly e Michel Kubler appena uscito in Francia
È il sito della Federazione protestante di Francia (FpF) a pubblicare la notizia dell’uscita, il 1° marzo, di un libro scritto a due mani dal suo presidente, il pastore François Clavairoly, e da Michel Kubler, prete e già caporedattore del quotidiano cattolico La Croix. Due personalità impegnate nel dialogo ecumenico che «si affrontano» e mettono in luce le basi storiche e teologiche delle rispettive chiese: «con garbo ma senza concessioni, e in modo fortemente pedagogico, affrontano temi variegati e fondamentali che rinviano sia all’ambito della fede, sia a quello dogmatico, ma altrettanto all’attualità. Un dibattito appassionante, pieno di entusiasmo e intelligenza». Così presenta il volume il sito delle edizioni Bayard, che si occupa principalmente di religioni, scienze umane e libri per ragazzi e ha dato alle stampe Protestants et Catholiques, ce qui nous sépare encore (270 pagine).
Per Clavairoly non è stata la prima occasione di misurarsi in un libro con un esponente di un’altra confessione, nel 2011 aveva pubblicato insieme a Haïm Korsia, gran rabbino di Francia, Paroles d’alliance, Dialogue entre un pasteur et un rabbin sur la société française.
Dal canto suo, Kubler ha pubblicato per Bayard Petit parcours de foi nel 2014 e attualmente dirige il Centro ecumenico S. Pietro-S. Andrea a Bucarest.
Nella prefazione, Loup Besmond de Senneville, giornalista per il settore religioso de La Croix, presenta i temi in gioco e soprattutto l’atteggiamento tenuto dai due autori: «Seguendo il loro dialogo, il prete e il pastore ricordano due camminatori che cercano di raggiungersi. A volte percorrendo la stessa strada, altre volte constatando l’enorme divario che si è aperto tra loro, ma sempre disposti a fare lunghe deviazioni per potersi ritrovare. Per loro, il confronto sui punti di raccordo è più importante di quello sui punti di contesa. Non trascurano alcun argomento, cercano di capire l’altro, lo interrogano, s’interpellano e si mettono in discussione, si rivelano sinceramente confusi di aver potuto ferire l’altro. Alla lettura del libro, il paradosso è evidente: gli argomenti che hanno provocato la rottura non separano più, oggi, cattolici e protestanti. È il caso, ad esempio, dell’importanza delle Scritture e di una parte della teologia della salvezza. Al contrario, le questioni un tempo secondarie sono diventate pregnanti, e assomigliano a dei fossati che costantemente si allargano, rischiando di diventare differenze insuperabili. Ma non è proprio questa contraddizione che chiama a non abbandonare mai l’obiettivo comune dell’unità?».
E allora eccoli, alcuni dei temi in discussione: la concezione della Bibbia, l’editto di Nantes e la sua revoca, la concezione della Chiesa, le donne pastore, i pastori sposati/il celibato, la vita consacrata, il ruolo della religione nella società, il modo di agire quando si è una minoranza, e una domanda che apre all’attualità e alla politica: bisogna agire nel nome della propria fede?