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Curiosità e tanta religione nell’insediamento di Trump

L’investitura del presidente degli Stati Uniti caratterizzata da molti momenti fra il sacro e il profano

E’ infine arrivato il giorno dell’insediamento del quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Una lunga cerimonia scandita da vari momenti civili, politici, militari, e soprattutto religiosi.

Intanto la data: solo dal 1933 è il 20 gennaio il giorno designato per l’avvio della nuova legislatura; prima di allora il neo inquilino della Casa Bianca prendeva possesso dello studio ovale il 4 di marzo.

La location invece è sempre la stessa, il Campidoglio di Washington, la sede dei due rami del Congresso, costruito sul modello del Pantheon di Roma. Edificio ricco di simboli esoterici e massonici, come massonica è la cerimonia di avvio lavori nel 1793, con la posa della prima pietra eseguita da George Washington.

C’è molta Italia nella sua creazione con scalpellini, decoratori e scultori per lo più provenienti dalle Alpi Apuane, abituati a domare le pietre di Carrara. A guidarli Filippo Mazzei, medico e filosofo di Pisa, ma soprattutto amico intimo dei primi 5 presidenti a stelle e strisce e fra i protagonisti della guerra d’indipendenza americana. Diverse sue frasi tratte da suoi libri e discorsi relativi alla libertà e all’uguaglianza si ritrovano addirittura nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti.

Trump e il suo vice Mike Pence, con le rispettive famiglie, si alzeranno presto oggi. Alle 8 ora di Washington, le 14 in Italia, è prevista la consueta cerimonia religiosa nella maestosa cattedrale episcopale dei Santi Pietro e Paolo, la sesta al mondo per dimensioni e dal cui pulpito Martin Luther King tenne la sua ultima predica. Costruita in stile neogotico sul modello delle grandi chiese della madrepatria Inghilterra. L’altare maggiore è composto da pietre estratte nelle cave di Gerusalemme, le stesse che la tradizione tramanda siano state utilizzate per la costruzione del tempio di Salomone. L’organo, composto da 10.647 canne, è fra i più grandi al mondo. Fino al 1933 la cerimonia religiosa si teneva il giorno dopo il giuramento del Presidente. La tradizione del mattino venne istituita da Roosevelt.

Solo Bill Clinton all’avvio dei suoi due mandati scelse un’altra chiesa: n quanto metodista preferì recarsi alla Metropolitan African Methodist Episcopal Church. Un veloce tè alla Casa Bianca ospiti del presidente uscente Obama e poi via in corteo verso il Campidoglio. Qui inizia la cerimonia vera e propria con musiche e canti guidati dal prestigioso coro mormone “Tabernacle choir”, per la sesta volta scelti quali responsabili dei momenti musicali nella giornata di insediamento di un presidente.

Saranno ben 6 i rappresentati religiosi presenti, forse un record anche questo, e si divideranno i compiti. Michael Dolan, arcivescovo cattolico di New York, il reverendo Samuel Rodriguez, leader della Conferenza nazionale cristiana ispanica e la pastora Paula White della New destiny christian center in Florida, celebre e discussa telepredicatrice evangelical, molto vicina al neo presidente, leggeranno preghiere e pronunceranno invocazioni prima del giuramento. La parola andrà quindi a Trump che pronuncerà il solenne giuramento posando la mano sulla Bibbia che gli fu regalata dalla madre nel 1955 al termine della scuola domenicale nella Chiesa presbiteriana.

Quindi altre preghiere e invocazioni guidate questa volta dal rabbino Marvin Hier, fondatore del Simon Wiesenthal Center di Los Angeles, primo rappresentante ebraico invitato ad una cerimonia di insediamento dai tempi di Ronald Reagan. Al suo fianco il reverendo Franklin Graham e il pastore Wayne Jackson, a capo di altre due denominazioni evangelical e carismatiche, entrambi considerati prossimi al milionario di New York. Critici nei suoi confronti erano stati invece sia il cardinale Dolan, il rabbino Hier e il reverendo Rodriguez con particolare riferimento alle posizioni anti immigrati e anti musulmane espresse da Trump in queti mesi. Ma di fronte al bene supremo della benedizione del nuovo comandante in capo, i i dissensi lasciano il posto agli auguri di sereno e ispirato lavoro.

Dopo sarà solo più il turno della parta per le vie della capitale e poi di musiche e ricevimenti ufficiali. Attese circa 800 mila persone, un bello sforzo per le forze di sicurezza.

Immagine: By Architect of the Capitol - http://inaugural.senate.gov/history/chronology/bhobama2009/bhobama2009-s..., Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6532092

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