Il culto in mostra al Centro Culturale Valdese
28 dicembre 2016
L'esposizione propone un percorso di avvicinamento alla Riforma attraverso la conoscenza dell'evoluzione del culto nella vita ecclesiastica valdese fra Ottocento e Novecento
Prorogata fino al 12 febbraio la mostra «Il culto nelle Chiese valdesi fra Ottocento e Novecento. Innari, catechismi, liturgie» al Centro Culturale Valdese di Torre Pellice. La mostra si inserisce nel percorso di avvicinamento al 500° anniversario della Riforma protestante, e dedica attenzione al culto, momento centrale della vita comunitaria delle chiese riformate. Il momento del culto ha vissuto alcuni importanti cambiamenti dal XVI secolo ad oggi. I momenti fondamentali (il sermone, la Santa Cena, la confessione di peccato, il canto, l'annuncio della grazia, il battesimo, la colletta), vengono analizzati facendo ricorso alla ricca documentazione conservata a Torre Pellice nella Biblioteca valdese e nella Biblioteca della Società di studi valdesi, come Bibbie, liturgie, catechismi, innari e raccolte di canti.
Marco Fratini, uno dei curatori della mostra, ci spiega ai microfoni di Radio Beckwith (http://rbe.it/news/2016/11/14/mostra-il-culto-nelle-chiese-valdesi/) : «La concezione del culto modifica anche l'architettura dei templi riformati che vengono costruiti nel Cinquecento, modificando la tradizionale concezione di un luogo in cui tutto è concentrato intorno all'altare. La chiesa, il tempio non è più luogo sacro, vi può entrare chiunque, anche gli animali. Elemento importante del tempio valdese era ad esempio la disposizione dei banchi a semicerchio attorno al pulpito. Veniva così reso visibile il concetto della chiesa come comunità di credenti, raccolti attorno alla Parola di Dio e non di fedeli orientati verso l'altare».
Fu un cambiamento importante anche nella visione religiosa: la fede cristiana non era più presentata come un insieme di dottrine, ma come un percorso in vista dell'ingresso nella comunità dei credenti; la fede non era un insieme di nozioni, ma un cammino di vita.
Aggiunge Fratini: «Non dimentichiamo la grande importanza rivestita dall'ambito musicale nei culti riformati: dopo alcuni innari evangelici in italiano pubblicati a metà Ottocento, ma senza alcun riferimento specifico ad una chiesa, vide la luce una raccolta di Salmi e Cantici nel 1877 e di Inni sacri nel 1907, il primo stampato dalla Claudiana e il secondo preparato da una commissione nominata dal Comitato di evangelizzazione. Nel 1922 si giunse ad un nuovo strumento, l'Innario cristiano, contenente 306 inni (più una sezione “per i fanciulli”), e che ha avuto varie edizioni fino a quella recente, approntata nel 2000».
Maggiori informazioni sulla mostra e sugli orari sul sito www.fondazionevaldese.org