Fermare il massacro in atto ad Aleppo
15 dicembre 2016
Contro l’indifferenza della comunità internazionale, le Organizzazioni non governative che operano nella città assediata decidono di sospendere tutte le operazioni umanitarie
Le Organizzazioni non governative che operano nella città assediata di Aleppo, tra cui un’organizzazione partner dell’agenzia umanitaria Christian Aid, hanno lanciato un «messaggio al mondo», nel quale dichiarano di sospendere tutte le operazioni umanitarie «contro la complicità della comunità internazionale nel massacro» in atto.
«Questa sospensione sarà revocata solo se misure concrete e significative saranno intraprese per fermare la violenza del regime, per garantire la protezione dei civili, e per facilitare la loro evacuazione sicura e dignitosa».
Le organizzazioni della società civile affermano: «Il regime sta assediando circa 50.000 civili ad Aleppo est e sta praticando forme di violenza sistematica come ad esempio l’uso di bombe anti-bunker ed esecuzioni sommarie, senza discriminazione tra donne, uomini e bambini».
La dichiarazione delle Ong è stata rilasciata lo stesso giorno in cui l’Onu ha riferito che i civili venivano «fucilati sul posto» dalle forze filo-governative siriane che entravano ad Aleppo est.
Christian Aid chiede al Governo britannico di intensificare il proprio impegno diplomatico in Siria per accelerare un processo politico che poga fine al conflitto che dura da quasi sei anni, e che eviti la morte di ancora più civili.
Mairead Collins, responsabile di un progetto in Siria di Christian Aid, ha detto: «Quello che sta avvenendo ad Aleppo in questo momento è orribile. Stiamo assistendo al massacro di uomini, donne e bambini innocenti nelle loro case e per le strade, mentre il mondo rimane a guardare impassibile. Osserviamo il disfacimento dell’umanità davanti ai nostri occhi. Le persone stanno postando sui social media i loro addii, in attesa di essere uccisi dalle forze del regime. Questo è insopportabile».
Christian Aid, come migliaia di altre Ong e organizzazioni della società civile, ha chiesto l’immediato cessate il fuoco e l’accesso umanitario ai civili che si trovano nelle zone assediate.
Attualmente non ci sono vie d’accesso ad Aleppo est, e le notizie confermano che mancano cibo, acqua, strutture sanitarie o personale. Lunedì scorso i civili hanno cercato rifugio in un centro dell’organizzazione partner di Christian Aid ad Aleppo, che è priva di qualsiasi accesso ad acqua, cibo e coperte in un momento in cui le temperature stanno sono sotto lo zero.
Christian Aid, attraverso organizzazioni locali partner in Siria, in Libano e in Iraq, sta lavorando per fornire assistenza a migliaia di famiglie sfollate dalla crisi. L’organizzazione umanitaria sostiene rifugiati particolarmente vulnerabili, come le donne e le persone con disabilità, affinché accedano ai servizi tanto necessari.