A Parigi rinviata l’inaugurazione della grande cattedrale ortodossa
14 ottobre 2016
Il gelo fra Russia e Francia e il viaggio annullato da Putin spostano a data da destinarsi l’apertura del nuovo luogo di culto
Il grande gelo sceso nelle relazioni fra Francia e Russia in relazione alla gestione della drammatica crisi siriana ha fra le varie conseguenze anche quella di veder annullata l’inaugurazione della grande cattedrale ortodossa sulle rive della Senna, il cui nastro lo zar di Russia avrebbe dovuto tagliare il prossimo 19 ottobre.
Non si vede che lei, dominante sul Quai Branly e sul ponte dell’Alma, con le sue cinque cupole a cipolla dorata, a due passi dalla tour Eiffel. La costruzione della nuova cattedrale russa ortodossa della capitale francese, finanziata in toto dal Cremlino con un investimento di 150 milioni di euro, è giunta al termine. Il complesso doveva essere dunque inaugurato nei prossimi giorni, alla presenza oltre che di Putin, del patriarca di Mosca Kirill, capo della chiesa ortodossa russa e natualmente di François Hollande a fare gli onori di casa. La crisi siriana ha deciso diversamente e la decisione della delegazione russa di annullare il viaggio rischia di aprire scenari da guerra fredda.
I futuri occupanti del sito - la diocesi ortodossa di Korsun - stanno lavorando duro per organizzare al meglio una nuova inaugurazione, questa volta prettamente religiosa e non politica, alla presenza sempre di Kirill, il prossimo 4 dicembre. Rimangono importanti lavori interni da portare a termine per poter celebrare al meglio la liturgia, ma le lancette corrono veloci e non sono poche le preoccupazioni legate al rispetto dei tempi previsti.
Negoziata a margine dell’incontro datato 2007 fra l’allora presidente francese Nicolas Sarkozy,Vladimir Putin e l’allora patriarca di Mosca Alessio II, la cattedrale di Quai Branly incarna il ritorno alla ribalta sullo scenario transalpino dell’ortodossia russa dopo la lunga parentesi sovietica. Terra d’accoglienza per moltissimi russi in fuga dopo la rivoluzione di ottobre del 1917, la Francia rimane un simbolo forte agli occhi di Mosca.
Il ventesimo secolo e la guerra fredda hanno mutato il panorama ortodosso in Francia: molte comunità sono passate nell’orbita del patriarcato di Costantinopoli, in particolare le cattedrali di Rue Daru sempre a Parigi e quelle di Nizza e Biarritz nel sud del paese; altre hanno costituito una chiesa russa fuori dai confini e fortemente ostile a Mosca; altre ancora sono rimaste fedeli alla casa madre nonostante la sovietizzazione subita anche dalle gerarchie ecclesiastiche.
Dalla fine dell’impero la chiesa ortodossa russa ha compiuto uno spettacolare ritorno alla ribalta, cementando l’identità russa all’interno della nazione, ma anche rimanendo la sola istituzione a coprire un territorio oggi transfrontaliero fra Bielorussia, Ucraina, paesi baltici, repubbliche dell’asia centrale e Kazakistan nel tentativo di riportare al grembo materno tutti i pezzi perduti nel secolo breve.
Dopo aver stretto accordi con quasi tutte le chiese russe oltre confine (anno 2007), Mosca ha ottenuto il recupero, davanti al tribunale, della cattedrale di Nizza (2011). In attesa di sviluppi relativi a Biarritz e a rue Daru, la costruzione della nuova cattedrale è parte di questo ampio progetto di espansione dinamica, su cui Putin punta con forza per aumentare la sfera di influenza della nazione da lui guidata.
C’è poi una questione demografica: forte di 150 milioni di fedeli (oltre la metà del mondo ortodosso) la Chiesa russa sfida quella di Costantinopoli nel ruolo di leader dell’ortodossia. Lo storico incontro di quest’anno fra Kirill e papa Francesco ha permesso al patriarca di acquisire lo status di protagonista del panorama religioso a livello planetario. Il rifiuto di Mosca a partecipare allo storico concilio ecumenico di Creta ne ha fatto più che mai un giocatore a parte nella galassia ortodossa.
Rimane, sulle rive della Senna, da trovare un ruolo diplomatico a questo nuovo gioiello architettonico. Autorizzato dalla giustizia francese a divenire una proprietà diplomatica in quanto cappella annessa alla confinante ambasciata russa non potrà ospitare nei locali annessi la scuola russa come inizialmente previsto.