2017, un anno per vivere la fraternità
26 settembre 2016
Molti gli appuntamenti della Federazione protestante di Francia per celebrare il cinquecentenario della Riforma. In previsione anche un corridoio umanitario per i rifugiati
Anche i protestanti francesi si preparano all'anno di Lutero. Un anno, quello che ricorda il cinquecentenario della Riforma protestante, ricco di appuntamenti nazionali e regionali ma anche di significati, come ha ricordato il pastore François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia (Fpf): le celebrazioni del 2017 – ha detto infatti Clavairoly – devono essere un'occasione per riscoprire il senso dell'essere cristiani oggi e per ritornare sul ruolo del protestantesimo nella società. Un appello all'impegno, insomma, un anno per “vivere la fraternità”, in una prospettiva spirituale e di cittadinanza, come ricorda il tema fondante di “Protestants 2017”, il filo rosso dei festeggiamenti che si preparano a partire dal prossimo ottobre.
Un'occasione perfetta per andare oltre se stessi e aprirsi agli altri, intessendo relazioni nuove e approfondendo quelle già esistenti: dopo la due giorni di Parigi, un convegno dedicato alla storia del protestantesimo in Francia e nel mondo, che si è tenuto il 23 e 24 settembre, sarà la volta della terza edizione di “Protestanti in festa” a Strasburgo, dal 27 al 29 ottobre. Un incontro da non mancare sarà anche quello del 12 e 13 ottobre sul ruolo dei cappellani nelle carceri e negli ospedali, tra le altre cose «importante laboratorio della relazione con i musulmani», come ha sottolineato a La Croix Philippe Gaudin, presidente della commissione delle relazioni con l'islam della Fps: «faremo il punto su ciò che esiste ma anche sulle difficoltà che si possono presentare».
Non mancherà l'attenzione per i migranti, in questo 2017: tra le azioni che verranno messe in campo, la creazione di un corridoio umanitario fra il medioriente e la Francia, in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio e e lo Stato francese, per trovare una sistemazione dei rifugiati siriani in Europa, sul modello di quanto già realizzato in Italia dal progetto Mediterranean Hope della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e la stessa Comunità di Sant'Egidio.