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Etiopia. Inondazioni e insicurezza dopo la siccità

È cresciuta la necessità di assistenza umanitaria a causa degli effetti devastanti di El Niño. In prima linea la Federazione luterana mondiale

Fonte: Flm

A seguito della grave siccità che ha causato una serie di cattivi raccolti e un’alta moria di bestiame, nel Paese del Corno d’Africa i tassi di fame e malnutrizione sono allarmanti, con circa 10, 2 milioni di persone che soffrono di insicurezza alimentare. Un quarto di tutti i distretti dell’Etiopia sono ufficialmente classificati come in crisi di sicurezza alimentare e nutritiva (Fonte: FAO). Ed ora la stagione delle piogge è iniziata in modo irregolare: in alcune parti del paese c’è poca pioggia e in altre si stanno verificando inondazioni e devastazioni.

L’Etiopia ha due stagioni delle piogge: la prima chiamata belg, da febbraio a giugno, e la seconda nota come meher – la principale stagione agricola del paese – che va da giugno a ottobre. Nel 2015, a causa degli effetti devastanti di El Niño, milioni di persone, il cui approvvigionamento alimentare dipende esclusivamente dalle loro aziende agricole, hanno perso tutti i raccolti.

Già nei primi mesi del 2016: circa 10,2 milioni di persone necessitavano di assistenza alimentare per sopravvivere; più di 600.000 animali avevano bisogno di foraggio; milioni di bambini sono malnutriti. «Il governo e gli operatori umanitari stanno attualmente intraprendendo una delle maggiori operazioni di risposta alle emergenze del paese», ha affermato Sophie Gebreyes, rappresentante della Federazione luterana mondiale (Flm) che promuove – insieme ad altri partner internazionali –un programma di aiuti in Etiopia.

In particolare la Flm ha assistito due delle regioni più colpite, la Bale Zone nella regione di Oromia e la North Wollo Zone nella regione di Amhara. La siccità è devastante soprattutto per i piccoli agricoltori. «L’agricoltura nella zona è quasi interamente pluviale; di conseguenza, i mezzi di sussistenza delle comunità sono stati gravemente distrutti dalla siccità prolungata, che ha causato la completa perdita dei raccolti e la morte del bestiame», ha aggiunto Gebreyes.

La situazione è migliorata un po’ con la stagione belg del 2016, che ha ridotto il numero di etiopi che fanno affidamento su aiuti diretti, ma ha anche causato gravi inondazioni che hanno distrutto i raccolti. Ci vorrà un approccio combinato di aiuti alimentari e di denaro per avviare programmi che soddisfino le esigenze immediate (es. sementi, attrezzi da lavoro) e ci vorrà l’impiego di nuove tecniche agricole che aiutino gli agricoltori ad affrontare il disastro.

Il finanziamento per il lavoro con le comunità etiopiche colpite dalla siccità rimane una sfida. Dal momento che solo un terzo dell’importo richiesto è stato coperto – esso sarà sufficiente per avviare le attività, ma non a portare a termine tutto il lavoro come previsto – la Flm ha rinnovato l’appello alle donazioni necessarie a realizzare i programmi finalizzati al contrasto alla fame e alla malnutrizione.

Immagine: LWF/S. Gebreyes

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