A scuola di cittadinanza
13 settembre 2016
Apre in Francia il primo Centro di prevenzione contro il radicalismo destinato a giovani a rischio
Che cosa fare se una persona, fino a ieri moderata, diventa chiusa e intollerante, aderisce a ideologie estremiste e manifesta simpatia per i metodi violenti di imposizione delle idee e della fede? In una parola: come comportarsi davanti a un jihadista in erba?
Un problema emergente e una questione non di poco conto in Francia, resa ancora più attuale dagli attentati rivendicati dall'Isis che hanno sconvolto il Paese. Per fare fronte all'emergenza, a gennaio 2015 il primo ministro francese Manuel Valls aveva promesso di creare dei “Centri di prevenzione, inserimento e cittadinanza” (Cpic), che sarebbero stati uno dei pilastri del programma di lotta contro l'indottrinamento jihadista.
Il primo centro di “deradicalizzazione”, annunciato all'inizio dell'estate, è finalmente pronto e viene presentato oggi alla stampa: si trova a Pountourny, in Indre-et-Loire, una cittadina di tremila abitanti a cinquanta chilometri da Tours. Il Cpic 37 è il primo dei 13 – uno per ogni regione – che dovrebbero sorgere entro la fine del 2017. Il cammino per arrivarci è stato lungo e tutt'altro che semplice, per le perplessità della popolazione (non tutti si sentono rassicurati dall'idea di avere un centro per integralisti in paese, come ha riconosciuto lo stesso ministro dell'Interno) e i dubbi dei sindaci stessi sulle conseguenze a lungo termine per il “buon nome” del comune ospitante.
L'équipe del Centro di Pontourny è composta da 25 educatori specializzati, che si sono formati con corsi appositi su Islam, religioni, educazione al rapporto con i media, teoria del complotto, antiterrorismo.
I primi destinatari del Centro saranno una ventina di giovani tra i 18 e i 31 anni, maschi e femmine. Prerequisito indispensabile: assenza di precedenti penali. Non si tratta infatti di coinvolgere dei terroristi – non sarebbe nemmeno possibile – ma persone da risocializzare e indirizzare verso gli studi o una formazione professionale. In attesa dei primi risultati, le perplessità sono ancora molte: basteranno alcuni mesi in un centro educativo per allontanare i giovani a rischio dalle tentazioni del radicalismo islamico?