Bartolomeo sospettato di aver sostenuto il colpo di Stato in Turchia
12 settembre 2016
Secondo la stampa di regime il patriarca di Costantinopoli sarebbe in contatto con l’imam Fethullah Gülen e la Cia
Anche il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo è finito sulle “liste nere” del presidente turco Erdogan, almeno a quanto dice il quotidiano turco Aksam, che lo ha accusato addirittura di aver sostenuto il golpe mancato dello scorso 15 luglio.
Secondo il governo in carica, il complotto sarebbe stato fomentato dall’imam Fethullah Gülen, ora negli Stati Uniti, e dal suo movimento Hizmet. Grazie a delle foto del 1990, che mostrano Bartolomeo in compagnia proprio di Gülen, il giornale ipotizza un possibile legame fra i due religiosi.
Non ancora un’accusa ma in ogni caso un sospetto grave per il patriarca ortodosso, che per la prima volta viene esplicitamente accusato da un organo di stampa turca. Un segnale inquietante, che non manca di fare ulteriore pressione sulle minoranze cristiane, in un contesto di caccia alle streghe nella ricerca dei responsabili del colpo di Stato.
Un sospetto che fra l’altro sempre basarsi su un falso – un articolo attribuito ad Arthur Hughes, vecchio ambasciatore degli Stati Uniti in Yemen, che però smentisce categoricamente di averlo scritto. Il quotidiano turco, però, ci va giù pesante, ipotizzando addirittura che il patriarca fosse in contatto con la Cia, i servizi segreti americani. Un modo come un altro per fare cadere un’ombra di tradimento su tutta la comunità cristiana del paese.
Gülen tra l’altro, noto per essere sempre stato attivo nel dialogo interreligioso, nel 1998 aveva anche incontrato papa Giovanni Paolo II in Vaticano, prima della sua partenza per gli Stati Uniti. Un fatto che – come nota il quotidiano francese La Croix – potrebbe rafforzare la convinzione di un possibile legame fra il presunto istigatore del colpo di Stato e la gerarchia cristiana turca.