Elezioni in Zambia all’insegna della nonviolenza
10 agosto 2016
È quanto chiedono le chiese e gli attivisti per i diritti umani presenti nel paese africano
Fonte: Cec
L’11 agosto si terranno in Zambia le elezioni presidenziali e parlamentari che vedono sfidarsi il Fronte Patriottico governativo e il Partito Unito per lo Sviluppo Nazionale. I leader delle chiese e gli attivisti dei diritti umani del paese auspicano che il voto si svolga in un clima nonviolento.
In una conferenza stampa del 30 luglio scorso, la segretaria generale della Chiesa unita di Zambia (Ucz), la pastora Peggy Mulambya Kabonde, ha detto che le chiese hanno il dovere di sostenere un governo responsabile e di fare pressione per una Costituzione che garantisca i diritti di tutte le persone.
La Ucz è rappresentata da più di 1.000 congregazioni in tutto il paese.
«La violenza che ha caratterizzato la campagna elettorale non solo è inaccettabile, ma è un’ingiuria alla nostra immagine», ha detto Kabonde. «Come Chiesa Unita di Zambia, appoggiamo pienamente le iniziative volte a portare la pace nella nostra terra, non permetteremo che la nostra gente sia maledetta dalla violenza. Dobbiamo lavorare per far sì che lo Zambia rimanga un’oasi di pace».
La Ucz ha respinto l’idea che un essere umano è superiore ad un altro, e ha esortato a raggiungere un consenso anche attraverso il compromesso. «Gesù ci ricorda con la sua vita che la non violenza è la via della pace. Egli ha resistito all’oppressione con la pace», ha detto Kabonde. «Gesù ci ha chiamato ad amare i nostri nemici e persecutori e a pregare per loro».
Infine, ha esortato i leader politici, la società civile e tutti i cittadini dello Zambia a preservare l’unità e la pace a lungo termine. «Le elezioni sono un affare di un giorno», ha detto Kabonde. «Non possiamo ridurre lo Zambia a questa vicenda di un giorno. Abbiamo il grande compito di garantire che la pace sia mantenuta, piuttosto che concentrarsi solo sull’11 agosto 2016. Investiamo anche nel nostro futuro amandoci l’un l’altro e facendo del bene al prossimo».
Le chiese in Zambia sono state antesignane nel sostenere la pace e l’unità, ha detto la pastora Suzanne Matale, segretario generale del Consiglio delle Chiese in Zambia. «Stiamo monitorando attentamente gli eventi e monitoreremo le elezioni attuali», ha proseguito. «La Chiesa in Zambia ha sempre svolto un ruolo fondamentale nella vita della nazione e può esercitare una grande influenza nel risolvere difficili questioni nazionali di conflitto e a difendere attivamente il principio del costituzionalismo».
Molti membri del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) hanno espresso la loro solidarietà e offerto preghiere per la popolazione dello Zambia affinché partecipino ad elezioni pacifiche.
Nora Sanders, segretario generale della Chiesa Unita del Canada, ha inviato una lettera a Kabonde e Matale il 29 luglio scorso. «Nel corso della sua storia, lo Zambia si è distinto come rifugio di pace e tranquillità, che offre sicurezza alle popolazioni dei paesi vicini che hanno vissuto conflitti violenti. È stato un modello per i paesi di tutto il mondo su come vivere la diversità con autentico rispetto. Siate certi delle nostre preghiere; non siete soli», ha scritto Sanders.