Ricerca e consulta tutti gli articoli fino a luglio 2023

Questo archivio raccoglie articoli storici del nostro sito, conservando una preziosa testimonianza delle notizie e degli eventi passati.
Come utilizzare il modulo di ricerca
Il nostro modulo di ricerca è uno strumento potente che ti permette di esplorare l'archivio in modo facile e intuitivo. Puoi cercare gli articoli utilizzando diversi criteri:
  • Inserisci parole chiave o frasi specifiche per trovare articoli che trattano gli argomenti di tuo interesse.
  • Se stai cercando articoli scritti da un autore specifico, puoi inserire il suo nome per visualizzare tutte le sue pubblicazioni presenti nell'archivio.

Si scrive Jarre, si legge Gersoni

 Le molte anime di una scrittrice così vicina all'oggi per stile, argomenti e multiculturalità

Di Marina Jarre ha detto bene Claudio Magris in un suo articolo sul Corriere della sera dello scorso novembre, soprattutto ha detto bene di lei quando era ancora in vita e questo è un fatto. Marina Jarre non è la scrittrice della resistenza valdese, come si scrive in questi giorni, semmai è anche questo, ma pensare di rinchiuderla in una categoria tanto nobile quanto sopita significa farle l’ennesimo torto che fa il paio con il silenzio in patria dove per patria si intende non solo l’Italia ma anche la piccola patria valdese. Marina amava ferocemente le valli valdesi, al punto di proiettarle fino in Lettonia nel tentativo, possibile agli scrittori, di unire, mescolare e moltiplicare le identità. Il padre ebreo, inghiottito dalla Shoa non è stato solo il grande rimpianto, l’impossibile ricongiungimento, il senso di colpa tragico per averlo abbandonato, lei all’età di dieci anni, e la cui foto ha galleggiato nel monitor della figlia fino alla fine. Il padre le ha consegnato la parte ebrea che ha pesato, nella costruzione di sé, almeno quanto quella valdese, senza contare la violenta ambivalenza russa e tedesca, la cui forza linguistica concorre dentro la scrittura a scrostare per affilare parole e concetti. Eppure, questa scrittrice così vicina all’oggi, per stile, argomenti e multiculturalità, sì proprio questa parola così di moda, non è conosciuta, non è frequentata. Del resto, chi ha letto Ama il prossimo tuo di Remarque alzi la mano, eppure nessun romanzo è più attuale. Di Marina Jarre la Claudiana ha pubblicato meritoriamente, alcuni anni fa, Neve in Val d’Angrogna. Cronache di un ritorno, dove un gruppo di montanari combatte con la neve fino al collo per sopravvivere ai Savoia, ai Francesi, agli Svizzeri, ai Tedeschi, ai cattolici, all’inverno, all’abiura, in un andirivieni tragicomico non così lontano dal Simplicio di Grimmelshausen. Marina Jarre, qui come altrove, si fa beffe dell’epica e appoggia l’orecchio al torace del contadino di Angrogna per ascoltare se, lì, c’è ancora una fede che batte.

Immagine: By F Ceragioli - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30609927

Interesse geografico: