No al razzismo anti-immigrati
Ieri le chiese londinesi hanno promosso davanti a diverse stazioni dei mezzi di trasporto pubblico manifestazioni contro l’ondata di razzismo verificatasi nel dopo Brexit
Fin dalle prime ore dalla conclusione del referendum, l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa è stata accompagnata da una preoccupante ondata di razzismo anti-immigrati, devenuti vittime –soprattutto sui mezzi di trasporto pubblico – di insulti, minacce e scritte ingiuriose.
Secondo i dati forniti dalla polizia inglese, le denunce di atti razzisti sono aumentate del 57% tra giovedì, giorno del referendum, e venerdì. Ben 85 segnalazioni in quattro giorni, quasi il doppio di un mese fa. In sole 24 ore la pagina Facebook «Worrying Signs» (Segnali allarmanti), creata dalla trentaduenne Sarah Childs per denunciare episodi di razzismo, ha raccolto oltre 7.000 adesioni e qualche minaccia. Tra le centinaia di storie raccontate sul profilo c’è, ad esempio, quella di un’attrice originaria di Trinidad alla quale un gruppo di inglesi in una strada di Londra ha urlato «Rendiamo la Gran Bretagna di nuovo bianca». O Kerem che racconta: «Un uomo alla stazione di Kings Cross ha urlato “Brexit” contro un mio amico di origine asiatica. È il secondo episodio di razzismo a cui assisto a poche ore dal referendum».
Contro gli atti di violenza xenofoba è stata presa una presa di posizione chiara da London Citizens – il ramo londinese della coalizione Citizens UK, a cui aderiscono chiese, associazioni, sindacati e scuole. Le chiese cristiane (cattoliche, anglicane, metodiste, dell’Esercito della Salvezza, chiese indipendenti e chiese composte da africani), costituiscono la componente maggioritaria della coalizione.
Ieri mattina numerosi volontari si sono riuniti presso le stazioni della metropolitana, dei treni, dei tram e degli autobus per dire no al razzismo e ricordare ai londinesi che la diversità è un valore da difendere.
Credenti, semplici cittadini e cittadine di diverse età e provenienza, hanno distribuito adesivi con la scritta: «Ama Londra: non un luogo per l’odio», testimoniando che la capitale inglese è una città che accoglie la diversità e rifiuta la violenza.
Angus Ritchie, parroco presso la St. George in the Est, ha detto: «Londra ha una forte tradizione di accoglienza delle persone di ogni estrazione che continuiamo a difendere. Come cittadini di Londra affermiamo chiaramente che non vi è alcuna giustificazione al crimine di odio, ed i nostri membri vogliono dimostrare che l’amore sarà sempre vincente sull’odio. L’aumento degli incidenti è estremamente preoccupante, e così accanto alle manifestazioni di solidarietà, esortiamo ogni cittadino coinvolto in atti di razzismo a riferire l’accaduto alle autorità».
Oltre agli adesivi, sono stati distribuiti anche volantini su cui viene spiegato cosa fare nel caso in cui si è vittima o testimone di un incidente razzista sui mezzi pubblici o altrove.
Anche il sindaco di Londra, Sadiq Khan, che ha chiesto alla polizia di vigilare con più attenzione per le strade della capitale, ha elogiato le manifestazioni di solidarietà a favore degli stranieri e di quanti sono stati vittime di episodi di intolleranza.
Riferendosi in particolare all’iniziativa di Citizens London, Khan ha detto: «Londra non solo tollera le nostre differenze, ma le rispetta e celebra. È bello vedere i membri di Citizens London adoperarsi insieme per dimostrare che non c’è posto per la divisione nelle nostre comunità. Esorto chiunque sia colpito da comportamenti violenti a segnalarli immediatamente alla polizia, e faccio appello ai londinesi di restare uniti e sostenere questa grande città ora più che mai».