I corridoi umanitari presentati come buona pratica presso l’Onu a New York
Ne fanno menzione in diverse occasioni il ministro Gentiloni e il viceministro Mario Giro
Intervenendo presso il Palazzo di vetro di New York all’annuale segmento umanitario del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (Ecosoc), il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha rinnovato gli impegni assunti dall’Italia al summit mondiale umanitario di maggio a Istanbul non senza citare anche l’esperienza dei “corridoi umanitari”, una “buona pratica” messa in opera in via sperimentale sin da febbraio di quest’anno grazie ad un protocollo d’intesa sottoscritto dai Ministeri dell’Interno e degli Esteri da una parte, e dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Tavola valdese e Comunità di Sant'Egidio. “Leave no one behind” (Non lasciare nessuno indietro) era il tema scelto dell’evento promosso dall’Ecosoc che si tiene ogni anno con l’obiettivo di rafforzare il coordinamento sulle tematiche umanitarie. Riferendosi alla crisi migratoria, Gentiloni ha detto che è necessario combattere la “narrativa della paura”, e in questo contesto ha osservato come «l’integrazione dei migranti è cruciale al pari del coinvolgimento della società civile», citando appunto il progetto ecumenico dei “corridoi umanitari”, che ad oggi ha permesso a circa 300 profughi, quasi tutti siriani, di raggiungere l’Italia in condizioni di sicurezza e di accoglienza. E’ quanto riporta il sito onuitalia.com.
Invece lo scorso 22 giugno, sempre a New York, nella sede della Rappresentanza Permanente italiana, il viceministro degli Esteri Mario Giro ha incontrato diversi ambasciatori di paesi Onu per illustrare l’iniziativa dei “corridoi umanitari”. «Coinvolgere la società civile è cruciale. Ecco perché l’Italia attacca tanta importanza a questo programma», ha detto Giro che nell’incontro è stato affiancato da Cesare Zucconi, segretario generale della Comunità di Sant’Egidio. In particolare, ne ha sottolineato il potenziale che sta nella replicabilità del modello anche da parte di altri paesi. A metà giungo, con l’arrivo dal Libano del terzo cospicuo gruppo di profughi soprattutto siriani, per la prima volta una famiglia è stata accolta nella Repubblica di San Marino. Altri paesi europei, si è detto fiducioso Giro, potrebbero seguirne l’esempio.
In questi giorni il sito della Farnesina dà ampio spazio ai #corridoiumanitari con info e campagna dedicata. Vedi: http://www.esteri.it/mae/it/politica_estera/temi_globali/diritti_umani/i-corridoi-umanitari.html