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Nel pinerolese grazie ai Corridoi umanitari

A Pinasca e Luserna San Giovanni la Diaconia valdese si occupa dell'accoglienza di 24 persone arrivate dal Libano

Ventiquattro persone in sei nuclei familiari. Sono questi i numeri relativi alle persone arrivate in Italia con i corridoi umanitari di Mediterranean Hope e accolte nel pinerolese grazie al lavoro della Diaconia valdese. E' la prima volta per il pinerolese: i rigugiati sono stati sistemati in alcuni alloggi a Pinasca e a Luserna San Giovanni.

Fanno parte delle 81 persone arrivate il 16 giugno scorso da Beirut a Fiumicino, in gran parte siriani, che si aggiungono ai 200 già giunti in Italia a partire dal febbraio scorso. «Ormai non è più un esperimento, ma una realtà che consente a persone in fuga dalla guerra e in condizioni di vulnerabilità (vittime di persecuzioni, famiglie con bambini, donne sole, anziani, malati, persone con disabilità) di arrivare, in tutta sicurezza e legalmente, in Italia senza rischiare la propria vita nel Mediterraneo», spiega Massimo Gnone, responsabile del servizio Rifugiati e Migranti della Diaconia valdese.

I Corridoi umanitari, finanziati in larga parte dall'Otto per mille valdese, sono il frutto di una collaborazione ecumenica fra cattolici e protestanti: Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Tavola Valdese hanno scelto di unire le loro forze per questo progetto di alto profilo umanitario. Il progetto si è concretizzato un anno fa grazie all'accordo e al protocollo d'intesa, firmato il 15 dicembre scorso, tra governo italiano (ministeri degli Esteri e dell’Interno), Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e Tavola Valdese e prevede l’arrivo di un migliaio di persone in due anni, dal Libano (dove si trova oltre un milione di rifugiati siriani), dal Marocco e dall’Etiopia. I corridoi umanitari stanno diventando un modello di accoglienza e integrazione, che altri Paesi europei stanno studiando per provare a emulare e replicare.

«Il protocollo – spiega Gnone – dice che in due anni saranno emessi 1000 visti umanitari rilasciati dalle autorità consolari italiane. Le organizzazioni promotrici hanno fatto in questi mesi un gran lavoro di divulgazione, promozione, comunicazione e sensibilizzazione del progetto, sia a livello della popolazione italiana ed europea sia a livello istituzionale. Lo Stato italiano dopo essere stato coinvolto nel progetto l'ha adottato e presentato attraverso il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, all'assemblea delle Nazioni Unite. In quest'ultimo mese la parlamentare europea Cécile Kyenge ne ha parlato all'europarlamento di Bruxelles. Il progetto sta dunque diventando un progetto conosciuto a livello delle organizzazioni e dei governi».

A Pinasca le dieci persone sono accolte nell'agriturismo Cit e Bun con cui la Diaconia valdese ha da anni un progetto di collaborazione su progetti di agricoltura sociale e integrazione lavorativa in agricoltura di persone marginalizzate. I tre nuclei familiari arrivati a Luserna alloggiano in due appartamenti reperiti sul libero mercato.

Ormai sono una novantina le persone arrivate con i corridoi umanitari e accolte dalla Diaconia Valdese a Firenze, Milano, Torino e nella provincia di Torino. Le persone entrano con un visto umanitario ma devono comunque effettuare una richiesta d'asilo politico per essere poi ricevuti dalla commissione territoriale che valuterà il loro status. «Siamo ottimisti e ipotizziamo che i rifugiati siriani avranno una forma di protezione internazionale visto che sono già in possesso di un visto umanitario. Tutte le altre parti dell'accoglienza la cureremo noi. Faremo loro un corso d'italiano molto intenso che andrà a sommarsi a settembre con il corso organizzato per gli adulti al Centro di formazione permanente di Pinerolo. I bambini sono già stati iscritti ai centri estivi della Diaconia valdese di Mamma Esco a Giocare. Ci sembra il modo migliore per iniziare a integrarli. Sul piano sanitario abbiamo già dei contatti stabili con i presidi ospedalieri del territorio e con l'Asl To3», conclude Gnone.

Ascolta l'intervista completa su Radio Beckwith.

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