Il patriarca Efraim II sfugge a un attentato
21 giugno 2016
Dura condanna del Consiglio ecumenico delle chiese
Fonte: Cec
Domenica 19 giugno Patriarca Ignazio Efraim II della Chiesa ortodossa siriaca è sfuggito a un attentato sferrato da un kamikaze che si è fatto esplodere durante l’evento che commemorava il genocidio ottomano contro i cristiani assiri del 1915. L’attacco è avvenuto nella chiesa di San Gabriele nel quartiere di al-Wusta di Qamishli, nel nord est della Siria. L'attentatore, che è stato fermato all’entrata della sede della manifestazione, si è fatto esplodere uccidendo anche tre membri delle forze di sicurezza e ferendone cinque.
Parlando da Trondheim, in Norvegia, dove attualmente è riunito il Comitato Esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese, il segretario generale, past. Olav Fykse Tveit, ha sottolineato la preoccupazione delle chiese di tutto il mondo in relazione a questo evento. «Siamo scioccati dalla notizia di questo attacco, a quanto pare mirato a colpire il capo della Chiesa ortodossa siriaca. È stato un atto di terrore e violenza a tutte le comunità cristiane. Condanno l'ideologia e le intenzioni che stanno dietro a questo attacco, e chiedo la preghiera e il sostengo a favore dei membri e i leader di tutte le comunità religiose minoritarie nella regione, che sono sempre più minacciati e attaccati».
Tveit ha aggiunto: «Mentre rendiamo grazie a Dio che il Patriarca Efrem non sia stato ferito in questo attacco, i nostri pensieri e le preghiere sono soprattutto per le famiglie di coloro che hanno perso la vita, proteggendo gli altri dal male, e per la guarigione e il recupero dei feriti».
Riflettendo sul contesto in cui questo attacco è avvenuto, Tveit ha di nuovo fatto appello «alla solidarietà internazionale e all'azione collettiva tese a porre fine al conflitto in Siria, e alla protezione delle minoranze religiose in tutta la regione particolarmente prese di mira».
Il Cec si unisce al Consiglio cristiano dell'Asia (Cca) nel fare appello alle sue chiese membro e ai Consigli di pregare soprattitto per la pace in Siria e negli altri paesi del Medio Oriente.