Battesimi via internet?
08 giugno 2016
La Chiesa di Scozia alle prese con un calo di fedeli valuta la possibilità di fornire alcuni servizi via internet. Ampi dibattiti in vista
I vertici della Chiesa di Scozia si sono subito impegnati a smussare quella che è stata da loro definita una «semplificazione giornalistica». Ma la notizia dello studio in atto per consentire le modalità di accesso alle funzioni religiose via internet, compresa la possibilità di ricevere il battesimo on-line, ha immediatamente acceso il dibattito a Edimburgo e dintorni.
La Chiesa di Scozia, nota come Kirk, ha visto precipitare i propri membri a meno di 364 mila, con un decremento di circa un terzo negli ultimi dieci anni.
Durante l'annuale Assemblea generale che ha riunito circa 700 delegati nei giorni di fine maggio, fra i molti ed innovativi argomenti discussi (consacrazione di pastori gay e approvazione della dichiarazione di Colombano che segna l'avvio di una nuova stagione ecumenica con la Chiesa d'Inghilterra), ampio spazio è stato dedicato alle riflessioni su come riuscire a mantenere una capacità attrattiva in un mondo sempre più tecnologico, che sfavorisce le partecipazioni fisiche ad un evento, che invece potrebbe venire seguito tramite computer, tablet, apparecchi telefonici.
La fruizione anche da remoto quindi di una cerimonia religiosa quale espediente per raggiungere un pubblico altrimenti non permeabile: un esperimento già avviato da alcune congregazioni, americane e asiatiche in particolare, con risultati a quanto pare soddisfacenti in termini di adesioni.
Il pastore Norman Smith, vice presidente del Consiglio di missione e discepolato della Kirk, ha ribadito nel corso di una conferenza stampa che «la nostra analisi fa riferimento alla possibilità di iscrizione per nuovi membri anche tramite i nuovi mezzi di comunicazione e alla valutazione di modalità di partecipazione anche via web alle cerimonie, senza essere quindi fisicamente presenti in chiesa. Ciò ha portato vari giornali a parlare di battesimo on-line, ma si tratta di una semplificazione e di una estremizzazione del ragionamento, sebbene chi ha avviato forme simili di aggregazione in questi anni stia ricevendo lodevoli risultati in termini di nuovi fedeli».
Fa storcere il naso a molti l'idea di un battesimo senz'acqua, ricevuto comodamente dal divano di casa, in forma virtuale. Non sono mancate voci pesantemente critiche, di chi ha definito ridicole simili valutazioni, lette come «tentativo patetico di attirare nuovi fedeli, tradendo la propria storia e le propria fondamenta».
Nei prossimi due anni una apposita commissione vaglierà possibili forme di interazione fra mondo virtuale e esercizio delle funzioni religiose. Verranno stabiliti ambiti e confini, e sarà curioso comprendere fino a che punto queste analisi si spingeranno, per poi verificare se le future Assemblee generali decideranno di ratificarle o meno. Se un rinnovamento, uno "stare al passo coi tempi" non appare certo un delitto di lesa maestà, definirne i limiti appare altrettanto decisivo. Il rischio di snaturare o tradire il messaggio convogliato da pratiche e riti è reale.
Parafrasando un motto assai noto, forse la sopravvivenza di una Chiesa val bene una messa, in questo caso un culto. Anche se on-line?