Sexy, provocatore e religioso
26 aprile 2016
Prince, icona del rock, del soul e del pop è morto a 57 anni. Una vita e una carriera spesso avvolte nel mistero
Fonte Voce Evangelica
Prince ha usato simboli, per parlare di sé in modo enigmatico ed è stato un’icona sexy. Ma è stato certamente e senza alcun dubbio anche una persona dalla profonda fede cristiana. Kimberly Winston, su Religion News Service, ha raccontato la vita di fede del musicista Prince Rogers Nelson, scomparso lo scorso 21 aprile a Chanhassen, alle porte di Minneapolis.
Il musicista era cresciuto in ambiente cristiano, in una famiglia appartenente alla Chiesa avventista del settimo giorno. Questa formazione religiosa avrà influenze molto significative in tutto il resto della sua vita. Da bambino aveva sofferto di gravi crisi epilettiche. I genitori, racconta lo stesso Prince in una intervista, non sapevano come gestire la malattia; eppure fecero tutto ciò che era in loro potere. Un giorno però il musicista, ancora bambino, disse a sua madre: «Sai, non avrò più queste crisi». Lei gli chiese di spiegargli perché e lui rispose: «Perché me lo ha detto un angelo». Da adulto Prince ha raccontato di non ricordare in realtà quell’episodio, che gli è stato riferito successivamente da sua madre. Ma l’influenza della formazione cristiana è stata determinante nella sua vita e nelle sue scelte future.
Da adulto, Prince aderisce al movimento dei Testimoni di Geova. Questo accade nel 2001, dopo una lunga riflessione sui temi religiosi. Prince, per almeno due anni, si interroga sulla sua fede e ha un confronto, su questi temi, con il musicista e amico Larry Graham. «Non la definisco una conversione in senso stretto - dice Prince a proposito della sua scelta - ma più che altro una migliore comprensione. Un po’ come quello che accade fra Morpheus e Neo nel film Matrix». In quegli anni frequenta la Sala del Regno e, come i suoi confratelli, a volte lascia la comunità per fare evangelizzazione porta a porta. Proprio nello stile dei Testimoni di Geova, diffonde il messaggio portando con sé la rivista “La Torre di guardia”. «A volte - racconta in quegli anni - le persone sono stupite nel vedermi, ma il più delle volte mi aprono la loro casa e mi ricevono in modo accogliente».
Il caso che fa più scalpore, e viene anche riportato dai media della sua città natale, è quello di una coppia di fan di Prince, che un giorno apre la porta di casa e si trova davanti il proprio idolo, venuto per evangelizzare: Prince entra in casa e si trattiene con questa coppia per almeno 20 minuti, annunciando il messaggio dei Testimoni di Geova e parlando con loro della sua fede. Molti critici musicali hanno notato come l’album The Rainbow Children possa essere letto in retrospettiva come un inno alla sua fede ritrovata e una chiara indicazione della sua “conversione” di fede.
Le stesse canzoni di Prince, lette da un punto di vista cristiano, a volte possono essere viste come dei veri e propri sermoni. Dez Dickerson, chitarrista di Prince, lo descrive come «introspettivo e riflessivo» e afferma che il musicista di Minneapolis «ha a cuore i temi religiosi e riflette sulle domande che riguardano la fede in modo sincero e profondo». Lo scrittore Touré nel 2013 esplora le radici cristiane della musica di Prince in “I would die 4 U: why Prince became an icon”. Qui afferma che Prince nella sua musica parla apertamente di sesso: ma molto più spazio lo dedica in realtà alla religione, alla spiritualità, a Dio e a Gesù.
In una intervista con “V Magazine”, il musicista di Minneapolis parla della sua musica e della relazione fra la sua arte e la sua scelta di fede. «Noi siamo esseri sensuali, così ci ha creati Dio, se solo sappiamo eliminare i tabù e il senso del pudore. La religione - ha detto ancora il musicista - è una forza elettromagnetica, o una forza di gravità, che ha la capacità di mettere in moto le cose».