Il concilio panortodosso si terrà a Creta
08 aprile 2016
Atteso da cinquant'anni, il Concilio sarà un'occasione di rinnovamento o si tratterà di un'assemblea bloccata da tatticismi e veti?
Secondo il teologo Assaad Elias Kattan, il concilio panortodosso, previsto per giugno a Creta, rappresenta un'opportunità per l'ecumenismo. Questo incontro dei primati delle quattordici Chiese ortodosse nel mondo potrebbe inoltre «rappresentare un forte appello all'unità per la Chiesa ortodossa», ha dichiarato il professore di teologia ortodossa rispondendo all'agenzia di stampa tedesca EPD. Ma le questioni più delicate potrebbero non essere all'ordine del giorno dell'incontro, atteso da 50 anni.
Attese smorzate
Ricercatore presso il Centro di studi delle religioni dell'Università di Münster, il professor Kattan è scettico riguardo alla speranza che il vertice ortodosso possa avere una portata paragonabile a quella che ebbe il Concilio Vaticano II per la Chiesa cattolica. Secondo il teologo il problema principale del concilio panortodosso risiede nel suo ordine del giorno ormai superato perché fissato cinquant'anni fa. «Spero - ha affermato - che la conferenza panortodossa costituisca un preludio a un ulteriore concilio che si occuperà in modo approfondito di tutte le questioni cruciali, senza metterle da parte come accade purtroppo oggi». Kattan pone l'accento sulla relazione tra la Chiesa ortodossa e lo Stato, su una riforma della liturgia, sulla reintroduzione dei vescovi sposati e sul ruolo dei laici e delle donne, temi che non saranno verosimilmente affrontati dal concilio a Creta.
Problemi di calendario
Tra le questioni che forse non saranno all'ordine del giorno del concilio figura l'unificazione del calendario per le date delle grandi feste cristiane. «Sarebbe straordinario se gli ortodossi adottassero il calendario gregoriano moderno, cosa che permetterebbe a tutta la cristianità di celebrare Pasqua e Natale lo stesso giorno», ha dichiarato Kattan. Per il momento la maggioranza degli ortodossi non celebra queste due feste in contemporanea con i cristiani cattolici e protestanti.
La questione del calendario aveva già provocato scissioni quando alcune Chiese ortodosse avevano deciso di adottare quello gregoriano, ricorda il professor Kattan. Oggi ci sono Chiese ortodosse che si attengono unicamente all'antico calendario giuliano, altre che seguono una combinazione tra calendario giuliano e calendario gregoriano, come la Chiesa ortodossa greca, e poi c'è la Chiesa ortodossa della Finlandia che segue soltanto il calendario gregoriano.
Rapporti col protestantesimo
A proposito dell'ecumenismo tra ortodossi e protestanti, il professor Kattan, nato a Beirut nel 1967, afferma che soprattutto nelle Chiese ortodosse russe, ci sono «voci che mettono sullo stesso piano protestantesimo e laicismo». Malgrado ciò, «ortodossi e protestanti lavorano insieme nell'ambito del Consiglio ecumenico delle Chiese, il grande organismo basato a Ginevra che riunisce oltre trecento diverse chiese cristiane». Ortodossia e protestantesimo «condividono lo stesso evangelo e la stessa fede in Gesù Cristo”, prosegue Kattan, il quale auspica che il concilio panortodosso riesca a “rafforzare l'impegno ortodosso nell'ecumenismo e per l'ecumenismo».
Scarso spirito ecumenico
Secondo il teologo ortodosso, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso lo slancio ecumenico si sarebbe progressivamente raffreddato, «non soltanto tra gli ortodossi, ma anche tra i protestanti e in tutta la cristianità. Numerose confessioni hanno una riflessione più incentrata su se stesse, sulla loro propria identità». Sarebbe dunque sempre più difficile «aggiornare e riformulare» il consenso raggiunto. Tuttavia l'ecumenismo non è fatto soltanto di armonia, ma anche di dialogo e di discussione, «di cui fa parte la differenza di opinioni».
Fonte EPD/Protestinfo; trad. it. G.M.Schmitt, Voce Evangelica