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L’impegno delle chiese contro l’Aids

A Lomé, in Togo, giovani africani discutono di prevenzione sessuale. L’iniziativa promossa dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec)

Nel lontano 1986, il comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) proclamava che «la crisi dell’Aids chiama i cristiani a essere chiesa nei fatti e nella verità: chiesa come comunità di guarigione». In linea con questo principio, dal 2002 l’Ecumenical HIV and AIDS Initiatives and Advocacy (Ehaia) promuove competenze tra le chiese e coopera con le istituzioni religiose per integrare l’Hiv nei piani di studio teologici e per affrontare alle radici il problema della pandemia. Lanciato come iniziativa ecumenica in risposta alla chiamata dei cristiani e delle chiese africane, il programma Ehaia, il cui mandato è stato esteso a paesi non africani, mira a non lasciare sole le persone che convivono con l'Hiv (disabili, adolescenti, giovani, donne, uomini, nonni, tossicodipendenti, detenuti, migranti, minoranze sessuali e tutti i gruppi emarginati) impegnandosi affinché capi di chiesa e teologi di tutto il mondo coinvolgano questi esclusi, «colpevoli di essere malati».

Animati da questo spirito, tra il 24 e il 25 marzo scorsi 35 adolescenti del Togo e della Costa d’Avorio, studenti di scuole cristiane pubbliche e private, si sono ritrovati a Lomé per discutere di «salute sessuale e riproduttiva, violenza e infezione Hiv». Nell’ambito della campagna «All in #EndAdolescentAIDS», sostenuta convintamente da Ehaia, la due giorni di workshop, che ha coinvolto ragazzi giovanissimi, dagli 11 a 19 anni, ha cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di una educazione sessuale completa.

Gli adolescenti hanno partecipato a lezioni divulgative su pratiche e atteggiamenti a rischio contagio. Nelle società africane una risposta alla vulnerabilità degli adolescenti è spesso costituita dal tentativo di «tenere gli adolescenti lontano dal sesso»: talvolta l’educazione sessuale nelle scuole è negata proprio perché gli adulti temono che la promozione di queste conoscenze incentiverà l'attività sessuale – per lo stesso motivo, per un giovane non è facile accedere ad appositi servizi sanitari. L’incontro ha dunque cercato di far comprendere anche ai più grandi come tali restrizioni non proteggano i giovani dalle malattie sessualmente trasmissibili. Per ridurre i pericoli, bisognerebbe piuttosto lavorare sull’influenza dei social network nelle scelte degli adolescenti, sulla pluralità dei partner sessuali, sui rapporti sessuali intergenerazionali.

Adama Akpéné dell’associazione cristiana «Giovani del Togo» ha dichiarato: «Abbiamo bisogno anche noi, alla pari di adolescenti e giovani, di cambiare il nostro comportamento: la lotta contro l'Hiv non è uno slogan, ma un comportamento, una coscienza, una conoscenza di sé, una decisione». Il dibattito ha messo altresì in luce il legame tra sessualità, violenza di genere e Hiv, sottolineando come una sana educazione sessuale, condotta paritariamente sia tra i maschi che tra le femmine, avrebbe una ricaduta positiva su tutte queste problematiche. Al termine dell’incontro, i partecipanti hanno convenuto sul fatto che maggiori sforzi sono necessari per consentire gli adolescenti e ai giovani di partecipare in prima persona alla progettazione, all’attuazione e alla valutazione dei servizi di salute sessuale e riproduttiva, in maniera che questi siano veramente orientati ai giovani, comprensibili alle nuove generazioni.

La campagna internazionale «All in», finalizzata all’abbattimento dell’Hiv, si è posta come obiettivo il 2030. Tra le varie organizzazioni che a livello internazionale la sostengono vi sono l’Unicef, il programma delle Nazioni Unite Unaids, l’Un Population Fund, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Piano d’emergenza per l’Aids della presidenza degli Stati Uniti, il Fondo globale per la lotta contro l'Aids, la tubercolosi e la malaria. Al termine della due giorni di Lomé, il rappresentante di Unaids in Togo ha lodato il programma Ehaia e ha espresso la propria riconoscenza al Cec per essere stata la prima organizzazione religiosa a prendere ufficialmente parte alla campagna «All in».

Foto: By The original uploader was Tonio94 at French Wikipedia - Transferred from fr.wikipedia to Commons., CC BY-SA 1.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1634098

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