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Un anno ricco di opportunità

L’Alleanza ecumenica per i diritti si sta preparando alla XXI Conferenza internazionale sull’Aids, in programma a Durban dal 18 al 22 luglio

«Il 2016 sarà un anno che potrà fare la differenza nella lotta all’HIV come minaccia alla salute pubblica». Così si è espresso il pastore Michael Schuenemeyer, membro del Gruppo per le strategie sull’HIV dell’Alleanza ecumenica per i diritti (Eaa), una rete ecumenica – che va dall’Associazione cristiana mondiale delle giovani (Ywca), alla Federazione luterana mondiale, alla Caritas internazionale - promossa dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) che da ormai 14 anni si occupa costantemente di Hiv/Aids. L’anno in corso sarà infatti cadenzato da significativi appuntamenti internazionali, a partire dal vertice delle Nazioni Unite convocato a New York dall’8 al 10 giugno prossimi, fino alla XXI Conferenza internazionale sull’Aids che porterà in Sudafrica, precisamente a Durban dal 18 al 22 luglio, 20mila tra ricercatori, politici, attivisti e persone affette dalla malattia. Eventi «ricchi di opportunità e aspettative», fa notare Francesca Menico, coordinatrice della campagna dell’Eaa «Vivi la promessa». «L’attuale situazione della pandemia di Aids richiede una risposta globale urgente a cui le comunità di fede possono contribuire efficacemente», ha dichiarato Merico in un articolo apparso sul blog. «Come persone di fede dobbiamo agire ora – ha proseguito Merico -. Soluzioni contro l’Aids e l’Hiv non sono possibili senza l’impegno attivo delle comunità di fede, impegno che include la presenza agli incontri internazionali. La Conferenza di Durban, in particolare, è il più grande open forum sulla sanità globale. A quel tavolo dobbiamo esserci anche noi e metterci in dialogo e in rete con gli altri partecipanti». Per una presenza maggiormente visibile e più coordinata, l’Eaa è impegnata nell’organizzazione delle pre-conferenza interreligiosa che si terrà a Durban il 16 e 17 luglio, alla vigilia della conferenza vera e propria.

Gli sforzi dell’Eaa vanno a sostegno dell’obiettivo «Raggiungere lo zero», cioè l’azzeramento entro il 2030 delle infezioni tra i neonati, della mortalità tra bambini e adulti, della discriminazione dei malati. Più in particolare, la campagna «Vivi al promessa» si batte per l’accesso universale alla prevenzione e alle cure sanitarie sanitari, per l’’affermazione dei diritti umani dei malati e contro la loro stigmatizzazione, contro le cause che rendono più vulnerabili le persone malate come l’ineguaglianza di genere, l’omofobia, l’ineguale accesso alla scolarizzazione.

Foto: via http://www.ceceurope.org/

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