Ricerca e consulta tutti gli articoli fino a luglio 2023

Questo archivio raccoglie articoli storici del nostro sito, conservando una preziosa testimonianza delle notizie e degli eventi passati.
Come utilizzare il modulo di ricerca
Il nostro modulo di ricerca è uno strumento potente che ti permette di esplorare l'archivio in modo facile e intuitivo. Puoi cercare gli articoli utilizzando diversi criteri:
  • Inserisci parole chiave o frasi specifiche per trovare articoli che trattano gli argomenti di tuo interesse.
  • Se stai cercando articoli scritti da un autore specifico, puoi inserire il suo nome per visualizzare tutte le sue pubblicazioni presenti nell'archivio.

La Chiesa evangelica riformata del Vaud festeggia i suoi 50 anni

Nata dalla fusione della Chiesa libera e della Chiesa nazionale celebra domani mezzo secolo di attività

Laurence Villoz, Protestinfo traduzione Lucilla Tron

Il 1° gennaio 1966 sono entrate in vigore le modifiche della Costituzione e della legge ecclesiastica che hanno permesso di riunire la Chiesa libera e la Chiesa nazionale, nel cantone di Vaud, in Svizzera. Nata da questa fusione, la Chiesa evangelica riformata del Vaud celebra i suoi 50 anni di esistenza, nel 2016.

«La legge che ha permesso l’unificazione della Chiesa libera e della Chiesa nazionale è entrata in vigore il 1° gennaio 1966, ma da un punto di vista confessionale, è al momento di un sinodo costituente, seguito da un culto solenne, che si è svolto il 15 marzo dello stesso anno nella Cattedrale di Losanna, che la Chiesa evangelica riformata del cantone di Vaud (EERV) è nata», spiega Jean-Pierre Bastian, professore emerito di sociologia delle religioni alla Facoltà di teologia protestante dell’Università di Strasburgo. In un opera sulla frattura religiosa del Vaud tra il 1847 e il 1966, che sarà pubblicata il 16 marzo, questo storico e sociologo originario di Lutry (Vaud) spiega quello che ha portato alla scissione del protestantesimo del Vaud.

«La frattura é stata preceduta da una rottura politico-religiosa, legata alla Rivoluzione radicale di febbraio 1845. Poco dopo, il 3 agosto, il governo in carica ha ordinato ai pastori di leggere dal pulpito un testo che raccomandava l’adozione della nuova Costituzione radicale», racconta Jean-Pierre Bastian. Quella ingiunzione ha generato la dimissione di due terzi dei 225 pastori della chiesa nazionale del Vaud. «In questo modo si é tracciata la frattura tra due maniere di capire i rapporti tra religione e società. E nel 1847 è nata la Chiesa libera, la cui base politica è stata il partito liberale e la base sociale costituita principalmente dall’elite sociale e pastorale del Vaud».

Il pensiero del teologo e filosofo del Vaud, Alexandre Vinet, morto il 4 maggio 1847, é stato cruciale per la creazione di quella chiesa. Secondo lui, spiega Jean-Pierre Bastian, «non c’é fede vera senza una separazione tra la Chiesa e lo Stato, poichè non si nasce cristiani, lo si diventa per rigenerazione e questo implica la libertà di coscienza che solo la separazione può garantire». Ma contrariamente alle loro attese, i liberisti non hanno avuto seguito tra i fedeli e sono rimasti una minoranza religiosa attiva. «In una società ancora rurale e fortemente integrata, il Risveglio religioso appariva come una opzione individualista che la comunità rurale vedeva come una minaccia che rischiava di spezzare l’unità tradizionale dei villaggi. Per questo motivo, i liberisti sono stati perseguitati violentemente».

Tuttavia, la Chiesa libera ha continuato a vivere per circa 120 anni. «Essa si è costituita come un ambiente con forti convinzioni ed i suoi membri si percepivano come una élite religiosa» sottolinea ancora il professore di sociologia delle religioni. Ora, siamo alla fine degli anni 1940, diverse congiunture hanno condotto le due sezioni, nazionale e liberista, del protestantesimo del Vaud, a considerare la fusione. «La Chiesa libera si trovava in difficoltà finanziarie. Le sue comunità diminuivano o stagnavano mentre la popolazione del Vaud aumentava. In più, a partire dalla fine della Seconda Guerra mondiale il movimento ecumenico si sviluppava un po’ ovunque».

Nel 1950, una comunità di lavoro, su iniziativa del professore Pierre Bonnard e del pastore Albert Girardet, ha esaminato il modo per riconciliare i due campi. «Pierre Bonnard ha proposto ai liberisti di rinunciare all’indipendenza totale nei confronti dello Stato a condizione di integrare nella definizione della nuova entità i concetti teologici ed ecclesiologici del liberismo. Da cui il termine di Chiesa evangelica riformata piuttosto che semplicemente riformata o protestante. Dal lato nazionale, l’altro attore centrale del processo iniziale, l’avvocato Marcel Regamey, ha espresso uno spirito di apertura da parte dei nazionali, mettendo l’accento sulla complementarietà delle due Chiese ed il profitto che avrebbero dalla loro riunificazione». Cosi, nel 1964, i due sinodi hanno accettato il progetto di fusione che ha portato alla creazione dell’ EERV l’anno successivo.

Il 15 marzo prossimo, domani, 50 anni esatti dopo il sinodo costitutivo dell’EERV, una serata di commemorazione della fusione si svolgerà nello Spazio culturale dei Terraux a Losanna, alla quale parteciperà tra gli altri Jean-Pierre Bastian.

L’opera di Jean-Pierre Bastian, “La fracture religieuse vaudoise 1847-1966. L’Eglise libre, “la Mome” et le canton de Vaud” uscirà in libreria il 16 marzo 2016, edito da Editions Labor et Fides.

Foto By Odrade123 - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15929441

Interesse geografico: