Giornata Mondiale di Preghiera 2016
04 marzo 2016
Come ogni anno, il primo venerdì di marzo donne e uomini di 170 paesi del mondo si incontrano spiritualmente in una preghiera ecumenica. Quest’anno organizzano le donne di Cuba
Alcune persone portavano i loro bambini a Gesù e volevano farglieli toccare, ma i discepoli li sgridavano. Quando Gesù se ne accorse, si arrabbiò e disse ai discepoli: «Lasciate che i bambini vengano da me; non impediteglielo, perché Dio dà il suo regno a quelli che sono come loro. Io vi assicuro: chi non l’accoglie come farebbe un bambino non vi entrerà». (Marco 10: 13-16)
“Chi accoglie un bambino accoglie me”. Ispirato alle parole di Gesù sull’accoglienza ai piccoli (Marco 10:13-16), è questo il tema che guiderà la Giornata Mondiale di Preghiera 2016. Ogni anno la liturgia è affidata a un paese diverso: l’anno scorso toccò alle Bahamas, quest’anno è il turno delle donne di Cuba. Donne, sì, perché questa giornata universale nacque come Women's World Day of Prayer.
Siamo a fine Ottocento, negli Stati Uniti, e sulle macerie fisiche e morali della guerra di secessione organizzazioni religiose femminili presbiteriane, metodiste e battiste immaginarono una preghiera di riconciliazione. Il movimento ecumenico si sarebbe sviluppato più tardi, nei primi del Novecento, ma già allora l’intuizione di un drappello di donne protestanti coinvolse diverse confessioni, oltrepassando rapidamente i confini d’America. In Europa, la preghiera approda per la prima volta in Scozia, nel 1930, mentre risale al 1969 l’adesione formale dell'Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche. Ancora oggi, il simbolo della giornata rappresenta quattro donne inginocchiate ai quattro punti cardinali, a formare una croce; tuttavia nel tempo la preghiera ha abbattuto ogni frontiera, sia confessionale che di genere, e, quand’anche organizzata da donne, si rivolge a tutta l’umanità. Dal 1994, in Italia l'organizzazione della giornata fa capo a un comitato ecumenico che comprende rappresentanti evangeliche, cattoliche e ortodosse.
Quest’anno, le donne cubane hanno scelto di focalizzare l’attenzione sui temi dell’infanzia e dell’accoglienza, costruendo una liturgia che attinge alla loro propria esperienza, rivolgendo al contempo lo sguardo alla situazione internazionale. Come spiega Luisa Ferrara, segretaria del comitato italiano della giornata, «la liturgia si apre con le diverse generazioni che recano un simbolo di fede e speranza: la donna anziana ha la Bibbia, tenuta in vita durante la politica atea del governo cubano; l’adulta ha un cesto con i prodotti della terra, segno del contributo di questa generazione alla società; la giovane ha una luce, per illuminare il cammino nella contraddizione sociale in cui vive; e poi ci sono tre giovanissime rappresentanti delle nuove generazioni che sono il filo conduttore della liturgia».
Le collette raccolte nei diversi incontri verranno destinate a progetti sociali in atto a Cuba. In particolare, verranno sostenuti l’allestimento di un registro nazionale di endocrinologia pediatrica per il diabete di bambini e giovani e un progetto di prevenzione della demenza e della fragilità degli anziani.