Rilasciati 43 assiri cristiani tenuti in ostaggio dall’ISIS
24 febbraio 2016
Gli ostaggi facevano parte dei circa 200 assiri rapiti nel febbraio 2015
Lunedì scorso 43 assiri cristiani sono stati liberati dopo essere stati tenuti in ostaggio dall’Isis per un anno.
Sulla pagina Facebook della Assyrian Church of the East Relief Organization (Acero), organizzazione che ha svolto un ruolo determinante nel rilascio degli ostaggi, è stato pubblicato un video in cui gli ostaggi liberati (tra cui vi erano anche bambini) cantano inni di lode.
«Sono rimasti saldi nella loro fede cristiana, nonostante una prova orribile durata un anno», si legge nella didascalia che accompagna la clip.
Il gruppo era costituito dagli ultimi ostaggi rimasti dei circa 200 assiri, che furono rapiti nel febbraio dello scorso anno a nord della Siria. Parlando a Christian Today, un portavoce dell’organizzazione Acero ha definito il loro rilascio «un raggio di luce nel mezzo dell’oscurità».
«I prigionieri che sono stati rilasciati nel corso dell’ultimo anno hanno subito traumi psicologici enormi. Il tentativo di distruzione della presenza assira in Siria è solo l’ultimo capitolo dell’intensa persecuzione subita dagli assiri in tutto il Medio Oriente negli ultimi dieci anni. Oggi però gli assiri hanno assistito ad un raggio di luce nel mezzo dell’oscurità. Preghiamo affinché tutti i siriani che soffrono possano vedere questa luce di speranza».
Anche se l’organizzazione Acero non ha confermato quanto denaro sia stato dato in cambio del rilascio degli ostaggi, una fonte anonima siriana cristiana ha riferito che sarebbero stati pagati «milioni di dollari».
Inizialmente, i militanti Isis avevano chiesto un riscatto di circa $ 100.000 ad ostaggio, ma quando è diventato chiaro che la comunità assira non poteva permetterselo, l’importo è stato abbassato.
Anche A Demand for Action (Adfa), gruppo che organizza campagne in difesa delle minoranze in Medio Oriente, ha celebrato il rilascio dei prigionieri.
«In qualità di organizzazione per i diritti umani che lavora per le minoranze etnico-religiose, siamo molto grati alla Chiesa assira d’Oriente per il ruolo svolto in questo tempo, e all’organizzazione Acero per l’aiuto e l’instancabile lavoro messi in campo per sostenere gli ostaggi liberati», si legge in un comunicato Adfa.
Adfa prosegue chiedendo che si facciano pressioni sulle Nazioni Unite affinché riconosca il genocidio in atto contro queste minoranze.
«Dobbiamo agire per far conoscere ciò che sta realmente avvenendo in Medio Oriente. Dopo l’Unione Europea che ha approvato la risoluzione per riconoscere le atrocità che avvengono contro gli assiri come genocidio, tocca alle Nazioni Unite tornare a svolgere un ruolo di vera leadership e a rispondere all’appello e alle grida di tutti coloro che sono stati colpiti e continuano a essere colpiti. La persecuzione delle minoranze deve finire».