A fianco dell’Islam per una cultura di pace
11 febbraio 2016
Il pastore Winkler: «Bene la ‘Dichiarazione di Marrakech’ ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte»
Jim Winkler, metodista, presidente del Consiglio nazionale di chiese cristiane degli Usa (Ncccusa), a fine gennaio era tra i 50 ospiti non musulmani che hanno potuto assistere ai lavori dell’inedita conferenza internazionale svoltasi a Marrakech in Marrocco, al termine della quale 250 illustri studiosi islamici provenienti da tutto il mondo hanno firmato la storica “Dichiarazione di Marrakech”, l’appello relativo cioè alla tutela dei diritti delle minoranze religiose negli Stati Islamici, una carta che riconosce pari dignità ed uguaglianza di diritti a tutte le confessioni.
«Per noi non musulmani è stata l’occasione per affermare valori comuni tra le nostre fedi quali la gentilezza, l’onore, la cooperazione, la riconciliazione e la gratitudine – ha dichiarato al suo rientro da Marrakech il presidente Ncccusa Winkler che si è detto molto incoraggiato dall’appello firmato dai 250 – Abbiamo ammesso che le nostre fedi e le nostre nazioni sono state, e ancora oggi sono a tratti, intolleranti verso i musulmani; che non siamo stati in grado di essere coerenti rispetto ai nostri stessi precetti; e che siamo stati complici di guerre e violenza. Ciononostante abbiamo chiesto ai nostri fratelli e sorelle musulmani di garantire l’uguaglianza ai non musulmani, ma anche di superare le leggi sull’apostasia e sulla blasfemia. Per parte nostra ci siamo impegnati a educare e formare i nostri correligionari su che cos’è l’islam e di lavorare insieme ai musulmani per la costruzione di una cultura di pace». Sottolineando la lunga tradizione di dialogo cristiano islamico del Ncccusa, Winkler ha ribadito l’importanza del dialogo interreligioso aggiungendo: «Negli Stati Uniti ebrei, cristiani e musulmani hanno lanciato insieme la campagna nazionale contro l’islamofobia denominata ‘Shoulder to Shoulder’ (fianco a fianco). Un’iniziativa più urgente che mai, visto che abbiamo candidati alla presidenza degli Stati Uniti che chiedono il rinvio degli immigrati musulmani, e un registro ad hoc per quelli statunitensi».