Concilio panortodosso, opportunità ecumenica
05 febbraio 2016
Atteso da 50 anni, un concilio panortodosso si terrà a giugno a Creta. Si auspicano progressi in materia di ecumenismo. Ma le questioni più delicate rischiano di non essere all'ordine del giorno
EPD/Protestinfo via Voce Evangelica. Trad. it. G.M.Schmitt
Secondo il teologo Assaad Elias Kattan, il concilio panortodosso, previsto per giugno a Creta, rappresenta un'opportunità per l'ecumenismo. Questo incontro dei primati delle 14 Chiese ortodosse esistenti nel mondo, atteso da 50 anni, potrebbe inoltre “rappresentare un appello all'unità per la Chiesa ortodossa”, ha dichiarato il professore di teologia ortodossa all'agenzia di stampa tedesca Epd. Le sue speranze sono state alimentate dalla conferenza preparatoria che ha riunito i principali rappresentanti dell'ortodossia e che ha avuto luogo a Chambésy vicino a Ginevra.
Attese smorzate
Ricercatore presso il Centro di studi delle religioni dell'Università di Münster, il professor Kattan resta tuttavia scettico riguardo alla speranza che il vertice ortodosso abbia una portata paragonabile a quella che ebbe il Concilio Vaticano II per la Chiesa cattolica. Questo concilio, che ebbe luogo tra il 1962 e il 1965, permise alla Chiesa cattolica romana di aprirsi al mondo moderno e alle altre religioni. L'ordine del giorno del concilio panortodosso non prevede però alcuna presa di posizione, alla stregua di quella della Chiesa cattolica sul tema del riconoscimento. Inoltre il Concilio Vaticano II era durato quattro anni mentre il concilio ortodosso avrà una durata prevista di appena qualche giorno.
Confronto con la modernità
Secondo il teologo il problema principale della conferenza panortodossa risiede nel suo ordine del giorno vetusto, fissato 50 anni fa e non adattato al 21. secolo: «Per questo spero che la conferenza panortodossa costituisca innanzitutto un preludio a un ulteriore concilio che si occuperà in modo approfondito di tutte le questioni cruciali, senza metterle da parte come accade oggi». Il professore ha quindi posto l'accento sulla relazione tra la Chiesa ortodossa e lo Stato, su una riforma della liturgia, sulla reintroduzione dei vescovi sposati e sul ruolo dei laici e delle donne, temi che non saranno verosimilmente affrontati dal concilio a Pasqua.
Problemi di calendario
Tra le questioni che probabilmente non saranno più all'ordine del giorno del concilio figura l'unificazione del calendario per le date delle grandi feste cristiane. «Sarebbe straordinario se gli ortodossi adottassero il calendario gregoriano moderno, cosa che permetterebbe a tutta la cristianità di celebrare Pasqua e Natale lo stesso giorno», ha dichiarato il professor Kattan. Per il momento la maggioranza degli ortodossi non celebra queste due feste in contemporanea con i cristiani cattolici e protestanti.
La questione del calendario aveva già provocato scissioni quando alcune Chiese ortodosse avevano deciso di adottare il calendario gregoriano, ricorda il professor Kattan ed è quello che l'ortodossia teme, da cui le esitazioni a proseguire il dibattito. Ci sono Chiese ortodosse che si attengono unicamente all'antico calendario giuliano, altre che seguono una combinazione tra calendario giuliano e calendario gregoriano, come la Chiesa ortodossa greca, e poi c'è la Chiesa ortodossa della Finlandia che segue soltanto il calendario gregoriano.
Rapporti col protestantesimo
A proposito dell'ecumenismo tra ortodossi e protestanti il professor Kattan, nato a Beirut nel 1967, afferma che ci sono «voci indifferenziate che mettono sullo stesso piano protestantesimo e laicismo», soprattutto nelle Chiese ortodosse russe. Forte di oltre 300 Chiese membro, il Consiglio ecumenico delle Chiese a Ginevra offre invece una tribuna dove ortodossi e protestanti lavorano insieme malgrado le tensioni esistenti. Ortodossia e protestantesimo «condividono comunque lo stesso Vangelo e la stessa fede in Gesù Cristo». Il professor Kattan spera dunque che il concilio panortodosso permetterà «il rafforzamento dell'impegno ortodosso nell'ecumenismo e per l'ecumenismo».
Affievolimento dello spirito ecumenico
Tutto sommato il professor Kattan nota una regressione nell'ecumenismo sin dagli anni Novanta del secolo scorso, dopo grandi progressi, «non soltanto tra gli ortodossi, ma anche tra i protestanti e in tutta la cristianità. Numerose confessioni hanno una riflessione più incentrata su sé stesse, sulla loro propria identità». È dunque sempre più difficile «aggiornare e riformulare» il consenso raggiunto. Tuttavia l'ecumenismo non è fatto soltanto di armonia, ma anche di dialogo e di discussione, «di cui fa parte la differenza di opinioni».