30 cartoni animati per comprendere meglio l'Islam
12 gennaio 2016
La regione di Bruxelles finanzia un progetto per evitare letture distorte e radicali del Corano
Fatima, una giovane abitante di Bruxelles di confessione musulmana ama Jean-Michel, che invece abbraccia una religione differente. Lei vorrebbe sposarlo, ma il Corano lo autorizza o lo impedisce?
E se un islamico desidera mangiare certi dolci che contengono gelatina di maiale, cosa dice a proposito il testo sacro?
Ecco alcuni esempi di questioni poste da giovani ragazze e ragazzi belgi, a cui dovranno provare a dare risposta 30 cortometraggi animati della durata di tre minuti ciascuno che verranno realizzati dal disegnatore Ismaël Saidi e che fra tre o quattro mesi saranno caricati sui social network e sul portale youtube per venire gratuitamente visionati da chiunque sia interessato. L'obiettivo primario è di chiarire ai giovani musulmani ciò che il Corano dice realmente, al di là delle strumentalizzazioni che spesso inquinano una corretta visione dei testi, e di conseguenza evitare i fenomeni di radicalizzazione che si evidenziano in questi tempi.
L'idea nasce da un assunto semplice: numerosi giovani di origine islamica presenti in Belgio stanno sempre più abbracciando le ideologie salafite, la corrente rigorista e conservatrice dell'Islam, sviluppata soprattutto in Arabia Saudita. Se è vero che il salafismo condanna l'uso della violenza, la dicotomia netta che pone fra credenti e non credenti favorisce la semplicistica visione estremista da parte dei giovani.
Il progetto viene finanziato dalle autorità regionali con un investimento di circa 250 mila euro.
Verranno di volta in volta affrontate delle tematiche specifiche e si spiegherà cosa il Corano dice realmente a riguardo. Magari ci si stupirà nell'apprendere che dell'obbligo dell'uso del velo non vi è traccia nei testi. E allo stesso modo verranno analizzati alcuni versetti che sono diventati i cavalli di battaglia dei fondamentalisti dello Stato Islamico, al fine di contestualizzarli ed aiutare una lettura pedagogica e non letterale delle parole del profeta Maometto.
Un'idea interessante in una nazione che le cronache ci stanno rivelando essere una sorta di centrale operativa del terrorismo di matrice fondamentalista in Europa.