Migrazioni. Chiese europee a Bruxelles: servono politiche di integrazione a lungo termine
17 dicembre 2015
Senza trascurare i timori della società di accoglienza
«La sfida più grande è l’integrazione a lungo termine dei migranti e dei rifugiati nelle società di accoglienza e sul mercato del lavoro»: tutte d’accordo le chiese europee, che lo scorso 2 dicembre, al termine di un seminario dedicato al tema delle migrazioni svoltosi a Bruxelles, hanno lanciato un comunicato stampa congiunto per sottolineare l’urgenza in materia di politiche di integrazione.
Al seminario, organizzato dalla Commissione europea, hanno preso parte rappresentanti della Conferenza delle chiese europee (Kek), la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (Ccme), e la Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea (Comece).
«Abbiamo bisogno – si legge nel comunicato – di obiettivi politici chiari, di risposte coordinate, ma anche concertate, da parte dei migranti e delle società europee», perché «la stretta cooperazione tra le autorità pubbliche a tutti i livelli, la società civile, le chiese e le comunità religiose permetterà di rispondere in modo più efficace» alla crisi umanitaria provocata «dal recente flusso di migranti e di rifugiati sul territorio europeo». Infatti, spiegano ancora Kek, Ccme e Comece, «l’accoglienza di migranti, richiedenti asilo e rifugiati è una sfida urgente, in particolare per gli Stati membri dell’UE che hanno una frontiera esterna all’Unione stessa». «La disponibilità delle autorità pubbliche e l’ospitalità di numerose chiese cristiane e comunità religiose in Europa – continua la nota – sono segnali incoraggianti», perché «nel loro operato quotidiano, le chiese hanno contribuito in maniera significativa all’integrazione dei nuovi arrivati». Ribadendo l’importanza di «coltivare un’immagine più positiva di tutti i migranti ed i rifugiati in Europa», i responsabili di chiese sottolineano «l’aspetto personale ed umano della crisi attuale: essa non è una mera questione di statistiche o di economia, bensì una questione di dignità umana e di bene comune». Inoltre, e non ne fanno mistero, i firmatari del comunicato congiunto tengono a far notare che «le chiese in Europa sono spesso il primo ed il più importante punto di contatto per i migranti ed i rifugiati» che in esse trovano «il sostegno necessario per iniziare ad adattarsi alle società di accoglienza».
Nel corso dei lavori dai partecipanti è arrivato l’impegno a «fornire spazi di incontro tra i migranti, rifugiati e società di accoglienza», senza trascurare gli spazi dedicati anche ad «affrontare i timori delle comunità ospitanti».