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Le chiese e la Cop21: le reazioni

Ottimismo e attenzione ai prossimi passi nei primi commenti dei leader religiosi agli accordi sul clima di Parigi

Continuano a giungere alla spicciolata le reazioni del mondo delle chiese agli accordi usciti dalle due settimane di conferenza Onu sul clima di Parigi. In molti hanno voluto sottolineare gli aspetti positivi, quali l'immediata presa in carico delle necessità di quelle nazioni maggiormente colpite dai disastri ambientali, ma non manca chi esorta ora a dare reale seguito ai buoni propositi scritti su carta.

I leader delle principali organizzazioni cristiane hanno sottolineato il ruolo decisivo svolto dalle chiese e dalle organizzazioni di fede nel percorso che ha portato agli accordi parigini. E ora le esortano a spingere i leader politici mondiali al rispetto dei dettami.

Il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Cec, il Consiglio ecumenico delle chiese, ha scelto il social media Twitter per esprimere la propria soddisfazione: «L'accordo di Parigi è realtà. Abbiamo diritto di sperare! Grazie a Dio e grazie a quanti hanno hanno marciato insieme per questi obiettivi». E il senso delle parole non è solo figurato, se pensiamo a tutti i pellegrini di cui abbiamo raccontato in questi mesi le tappe di avvicinamento alla capitale francese.

Il segretario generale della Federazione luterana mondiale Martin Junge ha scritto: «Ottimo risultato. Ora mettiamo tutto il nostro peso dentro di esso. La grande sfida che ci attende sta nella somma delle tante piccole sfide che ognuno di noi deve vincere per farci arrivare al traguardo sperato».

Per John Nduna, segretario generale della Act Alliance l'esito della Cop21 non sarebbe stato altrettanto valido senza l'impegno del movimento globale per il clima, in cui chiese e organizzazioni di fede hanno giocato un ruolo importante. Ruolo che è stato riconosciuto ed elogiato anche da Daniele Violetti, a capo dello staff delle Nazioni Unite del team che si occupa dei cambiamenti climatici.

Tuttavia pressoché tutti gli esperti concordano nel rimarcare che il patto di per sé non provvederà a costruire un mondo sicuro, per cui andranno via via resi più stringenti gli impegni.

Proprio in questi termini si esprime ancora il pastore Tveit evidenziando come «il testo finale non fornisce alcuna modalità vincolante per trasformare le nostre ambizioni comuni in attuazione pratica».

Il pastore Fletcher Harper del network Our Voices che raggruppa varie organizzazioni di fede ha insistito sugli impegni «che ora devono diventare reali. E ognuno di noi deve fare la propria parte».

(Da Cec)

 

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