Diritti umani in Vietnam: non più «vuote promesse»
14 dicembre 2015
Lo chiede Human Rights Watch in vista del dialogo bilaterale che si tiene domani tra l’Unione europea e il Vietnam
Domani si svolgerà a Hanoi, capitale del Vietnam, il dialogo bilaterale tra l’Unione europea e il paese del sud-est asiatico. Per l’occasione Human Rights Watch, l’organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani, ha invitato l’Ue a fare pressione sul Vietnam affinché realizzi miglioramenti concreti in materia di diritti umani, chiedendo nello specifico: il rilascio immediato di tutti i prigionieri politici; la fine delle restrizioni sui diritti alla libertà di espressione, di associazione e di religione; la fine delle brutalità esercitate dalla polizia ai danni dei dissidenti.
«L’Ue dovrebbe sfruttare quest’opportunità per rendere più forte e chiaro al Vietnam che le relazioni commerciali devono essere accompagnate da crescenti azioni in materia di diritti umani», ha dichiarato Brad Adams, direttore per l’Asia di Human Rights Watch, «altrimenti il Vietnam farà vuote promesse».
Nel mese di novembre, il generale di polizia Tran Dai Quang ha pubblicamente ammesso che negli ultimi tre anni il governo ha «arrestato e affrontato casi che coinvolgono 2.680 persone che hanno violato la sicurezza nazionale» e nello stesso periodo ha osservato che «le persone dell’opposizione» avevano illegalmente fondato più di 60 gruppi democratici e a difesa dei diritti umani.
Anche se il Vietnam ha diminuito il numero di processi politici e di condanne nel 2015 al fine di ottenere il favore durante i negoziati con gli Stati Uniti nell’ambito della Trans-Pacific Partnership e con l’Unione europea nel corso dell’Accordo di libero scambio Ue-Vietnam, il paese continua ancora a tenere in prigione almeno 130 prigionieri politici.
Molti vengono semplicemente detenuti senza processo, come ad esempio i blogger Nguyen Huu Vinh (noto come Anh Ba Sam), Nguyen Thi Minh Thuy, e Nguyen Dinh Ngoc (noto come Nguyen Ngoc Gia), arrestati nel 2014 per le loro dichiarazioni a favore della democrazia. Tra gli attivisti che sono stati arrestati nel 2015 vi sono Nguyen Viet Dung, Dinh Tat Thang, Tran Anh Kim, e Nguyen Huu Quoc Duy.
Nel mese di novembre 2015, la polizia della provincia di Dong Nai ha aggredito e arrestato il sindacalista Do Thi Minh Hanh che stava aiutando i lavoratori della Yupoong Company ad esercitare i propri diritti. Almeno 45 altri blogger e attivisti per i diritti sono stati aggrediti da teppisti in varie occasioni. Tra essi vi è anche il pastore mennonita Nguyen Hong Quang.
Mentre il 6 dicembre scorso, un gruppo di attivisti per i diritti, riunitisi per celebrare la Giornata dei Diritti Umani, sono stati aggrediti e picchiati nella provincia di Nghe An da un gruppo di circa 20 uomini.
«L’Ue dovrebbe dire al governo vietnamita che non servirà sostituire gli arresti politici con le aggressioni politiche», ha detto Adams. «Il Vietnam deve capire che il ricorso alla violenza farà semplicemente apparire al resto del mondo il governo simile ad un gruppo di teppisti».
Fonte: Hrw