Accordo storico tra chiese anglicane e chiese ortodosse orientali sul tema dell’incarnazione
12 ottobre 2015
I dialoghi bilaterali hanno prodotto una Dichiarazione congiunta sulla cristologia
Un accordo storico è stato firmato tra le Chiese anglicane e quelle ortodosse orientali che prova a sanare la più antica divisione all’interno del cristianesimo.
La «Dichiarazione congiunta sulla cristologia», pubblicata nel Galles del Nord la scorsa settimana dalla Commissione internazionale anglicana-ortodossa orientale (Aooic), sana la secolare divisione sul tema dell’incarnazione di Cristo tra le Chiese anglicane – facenti parte della famiglia delle Chiese calcedonesi le quali riconoscono a Cristo due nature (vero uomo e vero Dio) unite, inconfuse, inconvertibili, inseparabili – e le Chiese ortodosse non calcedonesi (che si attennero alla formula di Cirillo d’Alessandria sull’unità della natura di Cristo come incarnazione della Parola di Dio).
Nel documento frutto del lavoro della commissione bilaterale, ad esempio, si legge che le chiese anglicane e orientali concordano che «Il nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo è l’unigenito Figlio di Dio che si è incarnato e si è fatto uomo nella pienezza dei tempi per noi e per la nostra salvezza». Essi anche sono d’accordo che c’è «una sola natura incarnata della Parola di Dio, due differenti nature, distinte nel pensiero che continuano ad esistere unite, inconfuse, inconvertibili, inseparabili».
La Commissione, formata da leader ecclesiastici e teologi di entrambe le tradizioni cristiane, ha lavorato presso la Biblioteca di Gladstone, Hawarden, compiendo notevoli progressi anche sulle questioni riguardanti lo Spirito Santo, che hanno mantenuto divise le Chiese nel corso dei secoli.
Sua Eminenza il Metropolita Bishoy della Chiesa ortodossa copta di Alessandria d’Egitto e co-presidente della Commissione, ha dichiarato: «Con questo accordo siamo in grado di sanare la causa della divisione tra le due famiglie delle chiese che ha avuto inizio a Calcedonia. La pubblicazione della nostra Dichiarazione sulla cristologia è un grande risultato, frutto del dialogo condiviso. Si tratta di un bel traguardo teologico, molto incoraggiante, che sarà compreso dal popolo e gradito dai teologi».
Il co-presidente anglicano della Commissione, reverendo Gregory Cameron, vescovo di St Asaph presso la cui diocesi si è tenuto l’incontro, ha detto: «Il dialogo ecumenico può essere lungo, ma a motivarlo è l’amore condiviso tra cristiani, amore che ci riunisce e ci spinge al dialogo e alla comprensione reciproca».
L’accordo siglato acquista maggiore rilievo nel contesto delle migrazioni, dovute ai conflitti che stanno dilaniando paesi come la Siria, l’Iraq e il Libano. Il Metropolitan Polycarp Augin Aydın, dell’Arcidiocesi ortodossa siriana nei Paesi Bassi, ha spiegato l’importanza dell’accordo ricordando che: «In passato abbiamo parlato di cristianesimo orientale e occidentale, ma questo non è più il caso. Oggi, a motivo dell’immigrazione, ci sono cristiani orientali che vivono nei paesi occidentali e viceversa. Perciò dobbiamo dialogare con l’altro, imparare veramente gli uni dagli altri e condividere i nostri tesori reciprocamente».
Mons. Angaelos, vescovo generale della Chiesa ortodossa copta nel Regno Unito, ha dichiarato: «Negli ultimi 15 anni, dall’attentato dell’11 settembre, vi è stato un enorme interesse a lavorare con le altre religioni. È diventata quasi una moda dialogare con comunità interreligiose, ma in realtà noi non accettiamo l’altro come è, vorremmo piuttosto che gli altri si uniformassero ad un nostro modello. Penso invece che questo dialogo che stiamo portando avanti riconosca che possiamo avere differenti insegnamenti su alcune questioni e che altre non riusciremo mai a risolverle, questa è la realtà. Ciò che stiamo cercando di fare non è di essere identici, ma di lavorare su ciò che abbiamo in comune».
Per entrambe le Chiese questo documento è innovativo e potrebbe essere un modello per sviluppare successivi dialoghi ecumenici.
La Commissione si riunirà di nuovo in Libano dal 24 al 29 ottobre 2016, in cui si prevede il prosieguo del dialogo sul tema dello Spirito Santo.
(Fonte: Anglican News)