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“Leggi a difesa della razza e della religione” in Myanmar

Preoccupazione delle associazioni internazionali sui diritti umani per i cristiani nel paese

Fonte: Notizie Avventiste/ANN 

Conosciute come “leggi a difesa della razza e della religione”, i quattro provvedimenti regolano la monogamia, la conversione religiosa, il matrimonio misto e il controllo delle nascite. Secondo i legislatori, hanno lo scopo di incoraggiare il modo di vivere del Myanmar e di proteggere i propri cittadini.

Focalizzandosi su matrimonio, religione e famiglia, queste leggi intervengono in vari aspetti della vita personale. Gli individui non devono essere sposati con più di una persona. Se desiderano convertirsi a un’altra fede, hanno il dovere di notificarlo a un comitato stabilito dal governo locale, dimostrare che abbiano seguito studi religiosi negli ultimi 90 giorni e attendere l’approvazione prima di far parte della nuova religione. Una donna buddista che desidera sposarsi con qualcuno di un’altra fede deve informare i funzionari locali i quali renderanno pubblica la sua intenzione e aspettare 14 giorni per verificare se ci sono obiezioni al matrimonio. In caso di obiezioni, alla coppia non può essere consentito di sposarsi. Le coppie miste già sposate devono ora registrarsi in modo che la loro unione sia resa nota ai funzionari locali. Per quanto riguarda il controllo delle nascite, il governo può chiedere alle donne di alcune zone del Myanmar di avere figli con intervalli minimi di tre anni l’uno dall’altro.

Vari gruppi internazionali, come Amnesty International e gli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite, hanno espresso a gran voce preoccupazione per queste leggi e per il potenziale impatto che possono avere sulle minoranze del Myanmar. Tuttavia, non è chiaro quale effetto ciò potrebbe avere in futuro per i cristiani, tra i quali ci sono gli avventisti.

Nel frattempo, l’attenzione della Chiesa cristiana avventista in Myanmar resta sulle attività sociali e sulla cura dei fedeli, perché possano continuare ad avere un’influenza positiva nelle loro famiglie, nelle comunità e sul luogo di lavoro.

Foto via Pixabay

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