Pastori battisti protestano contro la diga di Mapithel (India)
28 settembre 2015
Circa 12.000 persone perderanno la propria casa e la terra, fonte principale di sussistenza
La diga di Mapithel, che fa parte del Progetto Thoubal Multipurpose cominciato nel 1980, utilizzerà l’acqua del fiume Kong Yangwui e fornirà irrigazione per 21.860 ettari di terreno agricolo, nonché energia elettrica per Imphal, la capitale del Manipur. Sviluppo economico e tecnologico, dunque. In realtà la mega costruzione porterà l’innalzamento del livello dell’acqua che determinerà la scomparsa di circa 11 villaggi limitrofi, di campi agricoli, di foreste e anche di alcune delle chiese più antiche di Manipur. Una di queste è la Chadong Baptist Church, costruita nel 1935.
I pastori hanno riferito all’agenzia dell'Alleanza battista mondiale che, a causa della diga, circa 12.000 persone, la maggior parte dei quali sono cristiani, saranno dislocati senza alcun mezzo di sussistenza. L’acqua sommergerà: 777 ettari occupati da risaie; 293 ettari di terreno dedicato alla coltivazione; 111 ettari su cui sono presenti fattorie, e circa 595 ettari di aree forestali.
«Tratti enormi di risaie, boschi e pascoli saranno sommersi. La gente sta perdendo i propri beni tramandati dai loro antenati, che sono stati il principale mezzo di sostentamento da tempo immemorabile». Sarebbero completamente cancellati dall’acqua anche i cimiteri presenti nella zona.
I manifestanti denunciano il disinteresse delle autorità locali. È stato disposto un risarcimento in danaro, ma solo in pochissimi lo hanno finora ricevuto. «Non c’è stato alcun programma corretto di reinsediamento per gli abitanti dei villaggi colpiti, e non è stata fatta alcuna valutazione sull’impatto che la diga avrà sulle prospettive socio-economiche e religiose del territorio».
I pastori chiedono che cessi lo spostamento forzato dei villaggi e la possibile sommersione dei cimiteri, e che sia affrontata la difficile situazione economica degli abitanti dei villaggi coinvolti, «altrimenti i danni causati alle persone diventeranno irreparabili anche per le generazioni future».