G7. Una lettera dei leader religiosi tedeschi su povertà, clima e sviluppo
12 giugno 2015
Un impegno ecumenico per raggiungere uno sviluppo sostenibile
Una dichiarazione congiunta e resa nota lo scorso 5 giugno, alla vigilia del G7 in Germania, ha visto il Consiglio della Chiesa evangelica in Germania (Ekd) e la Conferenza episcopale tedesca (Dbk), chiedere ai leader politici che si sono incontrati in Baviera di prendere in considerazione, nelle loro decisioni: «in primo luogo l’impatto sui poveri» e a tutti i credenti di riunirsi in preghiera «per il successo dell’incontro del G7». I rappresentanti dei 7 Paesi più industrializzati si sono incontrati lo scorso fine settimana, il 7 e l’8 giugno, presso lo Schloss Elmau vicino a Garmisch-Partenkirchen, nelle Alpi bavaresi. Per Reinhard Marx (Dbk) e Bedford-Strohm (Ekd), «l’attenzione agli ultimi è l’unica prospettiva che può portare all’ottenimento della giustizia globale. Il 90 per cento della ricchezza mondiale è ancora nelle mani del 10 per cento delle nazioni più ricche e la distribuzione ineguale delle possibilità di vita è peggiorata in molti Paesi». Le chiese - cattolica ed evangelica - della Germania esortavano inoltre a «un sì chiaro a rendere più equo il commercio mondiale e le catene di creazione di valori». La richiesta ai politici si è inoltre estesa per far sì che si potesse raggiungere un impegno concreto del G7 «per l’adozione di obiettivi di sviluppo sostenibile da presentare presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite di New York a settembre e alla Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici di Parigi (COP21) a dicembre». Il cardinale e il vescovo hanno ricordato che la prospettiva per i Paesi del G7 dovrà essere quella di giungere a una «dichiarazione vincolante per aumentare, entro il 2020, il loro finanziamento della cooperazione allo sviluppo fino allo 0,7 per cento del reddito nazionale lordo».