95 tesi per dire oggi la fede
19 maggio 2015
Una singolare esercitazione collettiva, frutto di due anni di lavoro. Per dire, in vista del quinto centenario della Riforma, che quella protestante deve rimanere una spiritualità radicata nella storia
Novantacinque tesi per dire la nostra fede oggi: come Lutero in quel fatidico 31 ottobre 1517, di cui si avvicina il quinto centenario, il «Circolo Riforma» della Chiesa valdese di Milano, in dialogo con l’intera comunità, ha voluto scrivere le «sue» 95 tesi su diversi argomenti: dalla comprensione della grazia all’evangelizzazione, all’ambiente, al cibo (tema dell’Expo universale appena aperta a Milano), alla giustizia, al dialogo interreligioso, al rapporto tra fede e scienza, alle arti. Qui pubblichiamo il testo integrale delle 95 tesi.
Diversamente dalle 95 tesi di Martin Lutero, opera accademica di un unico autore, le tesi milanesi sono il prodotto collettivo di un gruppo non di teologi «professionisti» ma di appassionati al tempo stesso di teologia e di comunicazione. Ne abbiamo parlato con alcuni degli estensori del documento. Il pastore Giuseppe Platone, coordinatore del progetto, spiega che, al di là del richiamo al Giubileo della Riforma che verrà celebrato nel 2017, il testo nasce «dalla voglia di discutere biblicamente e teologicamente di tanti aspetti della realtà in cui viviamo; di ritrovare il gusto di fare teologia, di parlare di Dio, di Gesù Cristo, della nostra testimonianza. Mi piacerebbe che anche in altre comunità, da qui al 2017, si facesse la stessa cosa: ogni chiesa dovrebbe scrivere le sue 95 tesi, dire agli altri chi è, rendere conto della sua speranza».
Una singolare esercitazione collettiva. Samuele Bernardini, coordinatore delle librerie Claudiana in Italia, non ha partecipato direttamente alla stesura del documento, ma ne ha seguito l’elaborazione come presidente del Concistoro della Chiesa valdese di Milano. Bernardini definisce le 95 tesi come «una singolare esercitazione collettiva. Così come è piuttosto singolare che una chiesa locale abbia un “circolo Riforma” che legge e discute gli articoli di Riforma e che produce testi per il nostro bel giornale. Proprio in questo ambito è partita la proposta e si è realizzata con il coinvolgimento più largo di altri e altre. Ma la genesi e lo sviluppo dell’intera operazione sono ben spiegati nella premessa».
«Non deve stupire – aggiunge Samuele Bernardini - l’interesse di Milano per l’approfondimento biblico e la discussione teologica: questo è da tempo uno degli aspetti più evidenti della presenza protestante nella metropoli lombarda. La promozione culturale svolta insieme dalla Libreria Claudiana (qui presente dal 1968) e dal Centro culturale protestante (costituito e pagato dalle chiese battiste, metodista e valdese di Milano nel 1978 nello stesso spazio della libreria) è nota e apprezzata negli ambienti più diversi della città e non solo dentro le nostre chiese ed è la conferma che la “religione” interessa molto e a tanti se si riesce a parlarne in modo nuovo, evitando i linguaggi troppo ecclesiastici. Tutti abbiamo bisogno di meno formalismo e più sostanza per rispondere alla domanda di senso che emerge chiaramente anche tra i più giovani. La spiritualità può mettere in movimento anche l’intelligenza e non solo le emozioni. Così si migliora anche l’umanità degli esseri umani (e non è un gioco di parole)».
Ma che senso ha, oggi, esprimere la fede scrivendo proprio 95 tesi? Risponde Giampiero Comolli, scrittore, giornalista e membro del «Circolo Riforma»: «A parte l’intento un po’ giocoso (il che non guasta) di “rifare il verso” a Lutero, credo che una simile impresa (rivelatasi a conti fatti assai impegnativa, oltre che appassionante) ci aiuti a comprendere che quella protestante rimane, e deve rimanere, una spiritualità totalmente radicata nella storia. Rievocare infatti il gesto di Lutero a Wittenberg significa voler ricordare l’origine della Riforma, e quindi dell’Europa moderna; significa riflettere, una volta di più, sulla memoria delle nostre chiese protestanti. Ma riscrivere queste tesi oggi, nell’epoca attuale, implica pure un’ineludibile riflessione sulla contemporaneità, per poter dire che significhi essere cristiani, ed evangelici, sia in questo tempo presente sia per il futuro che ci aspetta. In altre parole, quella che emerge da queste “nostre 95 tesi” mi pare sia la ricerca di una spiritualità cristiana intesa non come fuga dal mondo – cioè alla ricerca di una salvezza extrastorica, fuori dalle tribolazioni del mondo attuale – bensì come fede in un Dio che in Gesù Cristo ci si fa sempre incontro proprio nel dolore della storia, per redimerla e redimerci».
La giornalista Francesca Grazzini è approdata da poco alla Chiesa valdese di Milano. «Quando ho avuto davanti agli occhi il testo definitivo delle "nostre" 95 tesi mi sono resa conto di quanto per me fossero preziose. Io che mi sono formata nel mondo cattolico, io che vivo da decenni nel mondo laico e sono circondata da amici e famigliari non credenti, io che mi sono confermata valdese solo un anno fa, sono stata accolta dal gruppo di Riforma che ha raccolto, elaborato, discusso le tesi, sollecitata e libera di esprimermi alla pari con i miei compagni d'avventura che sono valdesi da sempre o da più antica data. E già questo mi è sembrato un dono grandissimo: quello di sentirmi accolta, e finalmente di appartenere a una chiesa aperta, sensibile, in ricerca». Ma c’è un altro aspetto che per Francesca Grazzini è importante, anzi «irrinunciabile»: «Come ho detto la mia realtà quotidiana è soprattutto di relazione, amicizia e affetto con persone non credenti. Diffondere le 95 tesi mi aiuterà moltissimo a far emergere conoscenza riguardo alla nostra chiesa che, per quanto guardata con simpatia, è ricca di una molteplicità di contenuti quasi ignoti al suo esterno».
Le tesi sono state presentate, e simbolicamente «affisse» all’ingresso del tempio valdese di via Francesco Sforza domenica 10 maggio. E ora, che uso si pensa di farne? «Di utilizzarle – risponde il pastore Platone – come un biglietto da visita, uno strumento di evangelizzazione, ma anche di formazione: le tesi potranno servire come materiale di studio per i nostri gruppi di zona, le dieci “chiese domestiche” che abbiamo nella comunità di Milano. Inoltre le abbiamo già distribuite nell’ultima seduta del Consiglio delle chiese cristiane di Milano, e stiamo predisponendo anche una traduzione in inglese, pensata particolarmente per i visitatori dell’Expo».