Tempi difficili per la libertà religiosa
14 maggio 2015
Lo ha affermato il senatore statunitense Orrin Hatch poche ore prima della pubblicazione del rapporto statunitense sulla libertà religiosa nel mondo
La libertà religiosa non può essere data per scontata. Sono le secche parole pronunciate da Orrin Hatch, senatore repubblicano degli Stati Uniti, al gruppo di difensori della libertà religiosa, ambasciatori e rappresentanti del Congresso, riuniti lo scorso 29 aprile per la XIII Cena annuale sulla libertà religiosa, a Washington, DC.
«Questi sono tempi difficili per la libertà religiosa, sia qui in America sia in tutto il mondo», ha continuato il sen. Hatch, relatore principale della serata. Nel suo discorso ha descritto le forze sociali, politiche e giuridiche che stanno ri-plasmando la libertà religiosa, una volta considerata un diritto umano fondamentale e inviolabile, diventato ora “solo un altro” dei tanti diritti in competizione all’interno della società.
Hatch ha parlato anche del recente aumento della violenza religiosa ad opera di gruppi come Boko Haram in Nigeria, e la situazione delle minoranze religiose in luoghi come Tagikistan, Iran, Arabia Saudita, Cina e molti altri paesi.
Le parole del senatore Hatch sono arrivate poche ore prima della pubblicazione del nuovo rapporto statunitense che ha dipinto un quadro cupo dello stato della libertà religiosa nel mondo. Nel suo rapporto annuale, la Commission International Religious Freedom degli Stati Uniti (Uscirf) documenta gli abusi della libertà religiosa in 33 paesi, rivelando quella che definisce una «crisi umanitaria alimentata da ondate di terrore, intimidazioni e violenza».
Elizabeth Cassidy, vice direttore per la politica e la ricerca presso l’Uscirf, era presente alla Cena della Libertà Religiosa. Alla domanda su quali tendenze del rapporto evidenzierebbe, ha indicato il preoccupante aumento della violenza religiosa perpetrata dai cosiddetti «attori non statali», come Isis e Boko Haram, ma ha anche evidenziato il vasto movimento di persone in fuga dalle zone dove sono in atto conflitti religiosi. Il rapporto Uscirf stima che lo scorso anno circa 13 milioni di persone provenienti da paesi che vanno dalla Siria, alla Repubblica Centrafricana, all’Afghanistan e alla Birmania, sono stati costretti a lasciare le loro case per la paura della violenza a sfondo religioso. Cassidy ha aggiunto che eventi come la cena annuale svolgono un ruolo importante nel mettere insieme una vasta gamma di persone e organizzazioni a sostegno della libertà di religione.
La cena è diventata una tradizione ed è organizzata congiuntamente dalla rivista Liberty, dall’International religious liberty association (Irla), dalla North American religious liberty association (Narla) e dalla Chiesa avventista del settimo giorno.
«Questo evento è diventato un modo prezioso per riunire studiosi e leader politici», ha dichiarato Dwayne Leslie, direttore degli Affari legislativi della Chiesa avventista mondiale. «Ciò è particolarmente importante oggi, quando il dibattito pubblico è sempre più rivolto allo scopo della libertà religiosa, con esempi tragici di violenza a sfondo religioso».
Fonte: Notizie Avventiste/Ann