India, fermare violenze sui cristiani nei giorni di Pasqua
31 marzo 2015
Vengono sollecitate azioni di controllo contro le violenze del radicalismo Indù
Celebrare in comunione la settimana santa in un clima di sicurezza e di pace. E’ quanto chiedono i cristiani in India, una piccola minoranza (circa il 2%) nell’immensa penisola che conta oltre un miliardo e duecento milioni di abitanti. Rappresentano una delle tante realtà cristiane nel mondo che stanno patendo persecuzioni e atti discriminatori, che vanno ad acuirsi nei giorni in cui si celebrano la passione e la resurrezione di Cristo. Il leader del consiglio globale delle chiese indiane (Gcic) Sajan George si è rivolto direttamente alla commissione nazionale per le minoranze per «sollecitare azioni di controllo e di pronta condanna in caso di attacchi, come quelli che purtroppo le chiese cristiane o i fedeli che le frequentano sono costretti a subire da parte dei radicalisti Indù, in una escalation preoccupante». L’Induismo è la prima religione del paese, con più di un miliardo di fedeli (oltre l’80% della popolazione), mentre i musulmani rappresentano circa il 13%, con oltre 138 milioni di seguaci che ne fanno la terza maggiore nazione islamica al mondo dopo Indonesia e Pakistan.