Il Messico è il paese più pericoloso per leader cattolici e protestanti
31 marzo 2015
Cresce il numero delle violazioni della libertà religiosa: lo attesta un rapporto pubblicato dalla Christian solidarity worldwide
«Messico: libertà religiosa o di credo» è il titolo di un recente rapporto pubblicato dalla Christian solidarity worldwide (Csw), organizzazione cristiana impegnata nel lavoro di pressione politica (advocacy) in difesa dei diritti umani e della libertà religiosa. Il rapporto analizza i fattori che determinano le violazioni della libertà religiosa in alcune regioni messicane.
Sebbene la Costituzione messicana garantisca la libertà di religione o di credo a tutti i suoi cittadini, nella pratica le violazioni della libertà religiosa sono molto diffuse. A fronte di una popolazione molto religiosa, il Messico ha storicamente avuto un rapporto complicato con la religione: sia cattolici che protestanti hanno sofferto gravi persecuzioni nel corso della storia del paese. Secondo la Commissione nazionale per i diritti umani (Cndh), il numero di violazioni della libertà religiosa è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Alcuni studi effettuati dal Consiglio nazionale per la prevenzione della discriminazione (Conapred) attestano non solo che la discriminazione religiosa resta un problema grave e pervasivo in molte parti del paese, ma che essa peggiora a causa dell’inerzia del governo.
Tra le cause che sottendono le violazioni della libertà religiosa vi è una radicata cultura dell’impunità. Difatti, un’interpretazione estremamente rigida del concetto di separazione tra Chiesa e Stato ha significato un completo disinteresse da parte dello Stato messicano che non solo è contrario a essere coinvolto in “affari religiosi”, ma è riluttante a perseguire i responsabili di atti criminali legati alle violazioni della libertà religiosa. Il risultato finale è che il Governo non riesce a proteggere attivamente il diritto individuale alla libertà religiosa.
I governi statale e federale hanno un ufficio designato per affrontare le questioni religiose, ma i funzionari hanno a disposizione scarse risorse e di solito mancano di esperienza e di formazione in materia di diritti umani, compresa la libertà religiosa. Ciò limita fortemente la loro capacità di affrontare in modo efficace le trasgressioni. Inoltre, la maggior parte dei funzionari degli affari religiosi sono più preoccupati di contenere o “occultare” i casi di violazioni della libertà religiosa, piuttosto che garantire la difesa di quel diritto.
Infine, l’aumento della violenza in Messico, dovuta all’attività di diversi gruppi criminali coinvolti nei traffici di droga, di armi e di esseri umani, e nel racket delle estorsioni, ha avuto un impatto negativo sulla libertà religiosa. I gruppi criminali vedono le chiese come un bersaglio attraente per le estorsioni e per il riciclaggio di denaro, e i loro leader, come una minaccia ai loro interessi. Nel 2014 il Messico è diventato ufficialmente il paese più pericoloso al mondo non solo per i leader cattolici, con il più alto numero di sacerdoti e leader laici uccisi, ma anche per i responsabili di chiese protestanti.
Fonte: Csw