Donne leader sudamericane discutono della violenza politica contro le donne
26 febbraio 2015
Si è svolto a Washington, DC, un incontro a cura dell’Organizzazione di Stati Americani
Ieri presso la sede dell’Organizzazione di Stati Americani (Oas) a Washington, DC, si è tenuta la tavola rotonda su «La violenza politica contro le donne: una sfida emisferica», organizzata dalla Commissione Inter-Americana di donne (Cim) dell’Oas.
Al centro del dibattito: il problema della violenza politica contro le donne e lo studio di misure efficaci per garantire l’esercizio dei diritti politici delle donne. I dati confermano che questa violenza è maggiormente visibile quando maggiore è la partecipazione delle donne nella rappresentanza politica. Alcuni paesi dell’America Latina stanno adottando misure per prevenire e sradicare questa violenza. La Bolivia, ad esempio, è l’unico paese che ha adottato nel 2012 una legge specifica in materia, la «Legge contro la persecuzione politica e la violenza». Altri paesi, come il Messico, il Perù, il Costa Rica e l’Ecuador stanno prendendo in considerazione progetti di legge che sanciscono questa violenza.
I diritti politici delle donne sono sanciti come diritti umani sia nel sistema inter-americano sia nel sistema universale di protezione dei diritti umani. La Convenzione inter-americana sulla prevenzione, punizione e sradicamento della violenza contro le donne (Belém do Pará, 1994), all’articolo 4, comma j, afferma che «ogni donna ha il diritto al riconoscimento, al godimento, all’esercizio e alla tutela di tutti i diritti umani», tra i quali sono inclusi «il diritto alla parità di accesso ai servizi pubblici del proprio paese e il diritto a partecipare agli affari pubblici, incluso il processo decisionale». Allo stesso modo, l’articolo 5 della Convenzione stabilisce che «Gli Stati membro riconoscono che la violenza contro le donne impedisce e annulla l’esercizio di tali diritti».
Hanno partecipato all’incontro, oltre ai delegati dell’Oas e dei paesi osservatori, rappresentanti della comunità diplomatica, delle organizzazioni femminili, di enti governativi, membri del mondo accademico e della comunità internazionale, ed esperti dei diritti umani e della violenza di genere.
Fonte: Alc-Noticias