Rimpatri sommari di migranti verso la Nigeria
06 febbraio 2015
La Campagna nazionale «LasciateCIEntrare» denuncia la violazione dei diritti umani fondamentali
Con un comunicato stampa pubblicato lo scorso 4 febbraio «LasciateCIEntrare», la campagna nazionale contro la detenzione amministrativa dei migranti (www.lasciatecientrare.it), ha denunciato la ripresa di rimpatri sommari verso la Nigeria.
Nonostante nell’agosto 2014 Frontex, l’agenzia dell’Unione europea per la gestione delle frontiere, abbia deciso di sospendere fino a nuova decisione i voli di rimpatrio in Nigeria degli immigrati colpiti da un provvedimento di espulsione a causa dell’epidemia da virus Ebola, che sta flagellando l’Africa occidentale, i rimpatri di migranti senza documenti regolari presenti negli stati europei non solo non sono mai cessati del tutto ma si sono ripetuti fino ai giorni scorsi.
In particolare, il comunicato rende nota la vicenda di un cittadino nigeriano che, dopo essere stato trattenuto per tre giorni nella Questura di Vicenza, veniva trasferito il 6 gennaio presso il Centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Roma, Ponte Galeria, dove iniziava uno sciopero della fame dichiarando una serie di violazioni subite. La testimonianza del nigeriano è stata raccolta dall’europarlamentare Barbara Spinelli e una delegazione di LasciateCIEntrare, che all’inizio del nuovo anno visitavano proprio il CIE di Ponte Galeria per verificare le condizioni dei migranti. Ma il 28 gennaio, nel CIE ha fatto ingresso anche il console nigeriano che ha identificato i trattenuti ai fini del rimpatrio in Nigeria, tra cui il migrante nigeriano incontrato dall’on. Spinelli. Questi non avrebbe dovuto essere considerato soggetto espellibile, non solo per le sue precarie condizione di salute, ma anche perché ancora in attesa di risposta alla domanda di asilo politico presentata alla Commissione territoriale di Roma.
Il giorno successivo 19 cittadini nigeriani presenti a Ponte Galeria, tra cui lo stesso richiedente asilo, sono stati prelevati e scortati all’aeroporto di Fiumicino, dove sarebbero stati imbarcati coattivamente per la Nigeria. A nulla sono valse le richieste di intervento e la denuncia da parte del suo avvocato circa la procedura irregolare del rimpatrio stesso. Una lettera con richiesta di chiarimenti è stata inviata dall’on. Spinelli alle istituzioni italiane e agli organismi preposti a seguito delle visite, dei colloqui intercorsi con il cittadino ed il suo avvocato, e i referenti di Questura e Prefettura di Roma.
Il funzionario della Polizia di Frontiera di stanza a Fiumicino ha confermato che il 30 gennaio scorso altri cittadini nigeriani sono stati trasferiti dal CIE di Bari e dalla Sicilia, ma anche da Torino e da altre città del Nord Italia, verso la Nigeria.
«In questo momento, rimpatriare coattivamente con misure di allontanamento forzato che assumono obiettivamente il carattere di espulsioni di massa – vietate dall’art. 4 protocollo IV CEDU e dall’articolo 19 della Carta dei diritti dell'Unione Europea – cittadini stranieri verso la Nigeria costituisce un’evidente violazione dei loro diritti fondamentali. Per tali ragioni si chiede di sospendere immediatamente qualsiasi rimpatrio coatto verso la Nigeria e di conoscere le modalità, la pianificazione e i responsabili dell’esecuzione dei provvedimenti di allontanamento forzato attuati in data 29 gennaio 2015, nonché i relativi costi», si legge nel comunicato.
«È di fondamentale importanza tenere alta l’attenzione su ciò che avviene all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione e sulle procedure di rimpatrio forzato soprattutto verso paesi a rischio come la Nigeria, devastato al Nord dalle violenze di Boko Haram e al Sud dalle guerre locali, e in cui è anche presente il rischio di contagio del virus Ebola — ha commentato Franca Di Lecce, direttore del Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, che aderisce a «LasciateCIEntrare» —. Inoltre la gravità di quanto accaduto, denunciata appunto dalla Campagna, assume ulteriore entità se si considera che tra i nigeriani rimpatriati vi era anche un richiedente asilo in attesa di risposta alla domanda di asilo politico presentata alla Commissione territoriale di Roma: una palese violazione dei fondamentali diritti umani e dunque del diritto di asilo che nessun accordo bilaterale di riammissione - come quello esistente tra Italia e Nigeria - può giustificare».